E’ ormai chiaro che questa amministrazione, con le sue scelte, o meglio con la sua “mancanza di progettualità”, nulla ha fatto per il rilancio e la riqualificazione della città e ha sancito, con la sua inattività, la morte del nostro Centro Storico.
La chiusura di piazza Cavour, in inverno, é stata l'ultima scelta scellerata che oramai si perpetra da anni. Il Sindaco, in un consiglio comunale del maggio del 2005 , condivideva l'apertura invernale della piazza: "é necessario il mantenimento dell'isola pedonale fino al 15 settembre e poi si riapre il traffico all'interno di Piazza Cavour per il periodo invernale". Ma mai più nulla è stato fatto, se non la chiusura definitiva, nonostante le continue richieste dei commercianti e l’oggettività dei fatti che consiglierebbe, già da tempo, di cambiare strategia.
Oggi le conseguenze di una scelta sbagliata: una piazza deserta per la maggior parte della giornata con grave danno per quei coraggiosi che continuano a tenere aperta un'attività commerciale. Addirittura, va ancora peggio per quella parte della piazza adibita al carico e scarico delle merci ; a tutte le ore del giorno, le attività che vi sono ubicate, oltre a tutto, devono sopportare un caotico andirivieni di camion, che ammorbano l'aria con i loro gas di scarico . Non c'é una regola ed a subirne le conseguenze sono sempre gli stessi . E' inammissibile.
Piazza Cavour in inverno va riaperta e vanno ripristinati i vecchi parcheggi a lisca pesce. Per la Calata, lato mare, sempre nel periodo invernale, potrebbero essere previste delle aree di sosta breve.
É vero, le soluzioni proposte non risolvono la crisi, ma aiuterebbero in modo particolare quelle "piccole botteghe" che ancora stanno cercando di mantenere in vita il centro storico. Di fronte ad una tale desolazione, anche in un momento particolare come quello natalizio, è ovvio che bisogna prendere una decisione in favore non solo dei commercianti, ma anche degli abitanti del centro che, attualmente, si ritrovano anche senza un negozio di generi alimentari. "Tutte le volte che chiude un negozio tradizionale , si produce non soltanto un danno economico, ma anche un danno sociale ". Ma tutto scorre, nell’indifferenza generale di chi governa o , almeno, dovrebbe tentare.