L’incontro con l’assessore Marson a San Michele degli Scalzi sulla legge che porta di fatto il suo nome ha confermato, anche per la presenza numerosa di autorevoli esperti, che finalmente la nostra regione è tornata a giocare sul governo del territorio un ruolo importante anche sul piano nazionale.
E non è un caso evidentemente che in contemporanea il presidente Enrico Rossi in un articolo su L’Unità abbia rilanciato proprio questo ruolo nel momento in cui anche sul piano nazionale sia pure ancora con qualche difficoltà a ricomporre i vari aspetti di questo mosaico; urbanistica, consumo del suolo, tutela del paesaggio si sta rimettendo mano ad un impegno che si spera possa rimediare al fallimento del titolo V.
La nuova legge toscana come è stato detto anche a Pisa dovrebbe dopo un periodo in cui si è predicato spesso bene ma razzolato spesso male, sintonizzare il dire con il fare perché si possano governare al meglio le trasformazioni del nostro ricco patrimonio territoriale in sempre maggiore connessione –come ha detto lo storico Rossano Pazzagli- tra ambiente urbano e ambiente agricolo-rurale.
Se devono essere ben definiti i diversi ruoli a partire dai comuni senza concessioni che possono giovare solo alla frammentazione vanno pure altrettanto urgentemente ruoli come quello dei parchi e delle altre aree protette ma anche delle autorità di bacino in preda a scombussolamenti che ne penalizzano e paralizzano il ruolo.
Ecco perché è importante che con la legge Marson si metta finalmente a punto anche quella sui parchi e il loro rapporto con il paesaggio anch’esso scombinato dalle scelte sbagliate dell’ultimo Testo unico dei beni culturali.
Renzo Moschini