Porto Azzurro, ventuno gennaio. Nella sala consiliare del palazzo comunale si dichiara lo stato di dissesto finanziario dell’ente aprendo così le porte al commissariamento ad acta e al processo di riequilibrio “controllato” del bilancio. Siamo allo scadere dei venti giorni assegnati dal Prefetto perché tale deliberazione venga adottata e si possa evitare lo scioglimento del Consiglio. L’O.d.G contiene un solo punto e la seduta dura non più di qualche decina di minuti.
Il sindaco legge la delibera e segue l’intervento del gruppo di opposizione. Assenza di autocritica, campagna elettorale costellata di promesse e opere faraoniche, un bilancio definito in ordine quando, evidentemente, non lo era. Una gestione del Comune, negli anni passati, tutt’altro che oculata. «Credo che stasera abbiamo toccato quasi il fondo» conclude Correani.
Ci si aspetterebbe una replica ed una discussione nel merito, un tentativo di fare un minimo di chiarezza sui motivi per i quali il Comune di Porto Azzurro è precipitato nelle condizioni finanziarie in cui versa. Invece gran parte del confronto tra le parti si concentra su una nota del capogruppo di maggioranza la cui rilevanza è estremamente marginale, per non dire praticamente nulla.
La gravità della situazione viene improvvisamente diluita — se in questo c’è stata volontà o meno poco importa — e l’impressione è che l’epoca dei “si dice” e del chiacchiericcio non veda tramonto. E’ la solita politica che si fonda sull’eterna confusione, sul dubbio perenne, che invece di dare risposte preferisce raccontare aneddoti.
Le probabili ripercussioni che la “cura da cavallo” avrà sulla cittadinanza e forse — anche se ci auguriamo di no — su un certo numero di lavoratori, meritano un approfondimento serio. Perdere tempo a parlare delle ipotetiche opinioni personali di questo o di quell’altro, di conversazioni avvenute in un bar o di dove debba essere affisso un comunicato è, in tutta franchezza, l’apoteosi del vago.
Del resto “la situazione finanziaria non è così drammatica” e “siamo in grado di risanare presto le finanze dell’ente”. Il leitmotiv della maggioranza non cambia di una virgola.
Pare che per i nostri amministratori non ci sia altro da aggiungere.
Adesso, saranno i cittadini a dover ripianare il debito di 2,3 milioni di euro, relativi al buco di bilancio del 2011. Il primo compito del Commissario sarà infatti quello di elevare al massimo consentito le tariffe delle imposte locali (ndr)