Dopo le prime battute a caldo, è necessario raccontare qualche retroscena della vicenda, molto più complessa e rilevante di quanto forse qualcuno vorrebbe far credere.
Nel settembre 2012, il governo Monti, ignorando le fortissime proteste dell'Avvocatura, di migliaia di dipendenti del Ministero della Giustizia, Forze dell'Ordine e soprattutto della popolazione, decise di smantellare tutte le 220 Sezioni di Tribunale d'Italia, 667 Uffici del Giudice di Pace, 31 Procure della Repubblica e 31 Tribunali.
Un provvedimento epocale (così fu definito dal Ministro del tempo), peccato che a spostarsi sarebbero stati centinaia di migliaia di persone ogni giorno!
I decreti sarebbero però entrati in vigore solo dopo un anno, e quindi la politica avrebbe avuto tutto il tempo per rimediare.
L'Associazione Forense dell'Isola d'Elba, che già aveva vinto una battaglia analoga nel 1998, si era da tempo già mossa con i vari esponenti politici.
Iniziarono i primi viaggi a Firenze, Livorno e Roma, con continue e febbrili riunioni per capire quali iniziative adottare.
Lo scenario politico sembrava andare nella giusta direzione, tant'è che presero il via diverse iniziative Parlamentari bipartisan ( alcune addirittura all'unanimità) volte a scongiurare la soppressione di almeno una parte degli Uffici Giudiziari.
In questo contesto ricevemmo varie rassicurazioni, che però non impedirono la chiusura di tutte e 220 le Sezioni in Italia.
Le pressioni politiche a livello nazionale erano (e sono) fortissime.
La nostra Sezione è una delle più piccole in Italia, e si è trovata a lottare con altre realtà ben più importanti di noi politicamente, che potevano contare su decine di parlamentari di zona, e bacini di utenza di centinaia di migliaia di persone.
A ciò si aggiunga che alcuni Tribunali soppressi (tanto per rendere l'idea Bassano del Grappa- Chiavari ed altri) avevano Uffici costruiti ex novo o completamente ristrutturati, costati ai contribuenti svariati milioni di euro.
Nessuno, in Italia, è però riuscito a riaprire gli Uffici chiusi!
Ce l'hanno fatta gli Elbani, ce l'hanno fatta con le 2000 firme raccolte ai gazebo, con gli articoli della stampa locale che hanno tenuti sempre accesi i riflettori, con i viaggi degli Avvocati e le decine di relazioni, con Napoleone e la Petite Armee che ci hanno restituito la chiave del Tribunale, e con i Sindaci dal Prefetto e le mutande finite sulla Rai.
Insomma, ce l'abbiamo fatta con le nostre forze, e di questo dovremmo esserne tutti fieri.
Questo provvedimento, costituirà anche un precedente legislativo circa la specificità del territorio insulare, e credo peserà molto di più anche nel futuro dell'Isola.
Infine, anche se credo se ne sia già compreso il ruolo, un particolare apprezzamento, mio personale, e dell'Associazione Forense dell'Isola d'Elba, all'On.le Silvia Velo, motore trainante della battaglia politica a Roma.
Il Presidente dell'Associazione Forense dell'Isola d'Elba
Avv. Paolo Di Tursi