Lunedi prossimo la Regione invierà la convocazione di un tavolo tecnico che avrà lo scopo di esaminare le problematiche connesse ai fenomeni di sprofondamento che si manifestano i maniera sempre più evidente lungo la S.P. 26 nel territorio del comune di Rio Marina.
La stessa Regione ne ha dato informazione per vie brevi al presidente della Provincia, Giorgio Kutufà, il quale mercoledi scorso aveva inviato una lettera al presidente Rossi e ai sindaci interessati dove si evidenziava l’urgenza, alla luce del nuovo cedimento stradale verificatosi il 4 febbraio, di dare seguito al tavolo tecnico congiunto fra tutti i soggetti istituzionali interessati per approfondire tutti gli aspetti legati alla vicenda.
Nella lettera il presidente ricorda che il primo sprofondamento significativo si era verificato nel 2008, ma dallo corso anno il fenomeno si è intensificato e aggravato con manifestazioni sempre più ravvicinate, mettendo a dura prova il sistema viario, ma anche la vita della comunità riese.
“Va chiarito”, scrive Kutufà, “che la Provincia con la S.P. 26 è parte lesa dai fenomeni di sprofondamento, e non responsabile degli stessi, la cui dinamica è da accertare con maggiori approfondimenti, ma sappiamo con certezza che essa è correlata a fenomeni geologici profondi – indipendenti dalla struttura stradale e dalla sua manutenzione/gestione – catalizzati da concause di probabile interazione meteorologica e antropica. In ragione di ciò, è palese che tali accertamenti non siano e non possano essere una responsabilità dell’ente proprietario della strada”.
Nella lettera si ricorda, inoltre, che la Provincia è l’ente che, in sinergia con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, si è attivato per il monitoraggio delle criticità, adottando a tale scopo, anche, provvedimenti di somma urgenza.
“L’effetto di questo atteggiamento - sottolinea il presidente – è che la Provincia è stata individuata come responsabile, quando un fenomeno di questa portata, trattandosi di problematiche connesse con la geologia del territorio, la gestione del territorio stesso e del sottosuolo, è nella responsabilità di tutti gli enti interessati. Di questo ci deve essere piena consapevolezza – prosegue la lettera – e del resto il 12 aprile 2013 si era tenuto un primo incontro presso la Presidenza della Regione, nel quale avevamo indicato la necessità di aprire immediatamente un tavolo tecnico per approfondire le problematiche dell’area. La funzionaria regionale presente a quella riunione aveva concordato con noi per l’immediata istituzione del tavolo a cui dovevano essere invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti. Ad oggi, però, non si è tenuta alcuna riunione”.
Nel frattempo, come evidenzia Kutufà, c’è stato anche un incontro tra il vice prefetto Daveti e l’ASA che però non ha prodotto risultati significativi.
Un altro aspetto di primaria importanza richiamato nella lettera riguarda la sicurezza. Il sistema di monitoraggio attivato ha dato risultati concreti per la prevenzione di danni a persone e cose, ma, come precisa Kutufà, la delibera della Giunta Regionale, con la quale si assegnava un contributo economico per l’allestimento della rilevazione radar, stabiliva anche di vincolare tale contributo alla predisposizione di un piano di protezione civile che individuasse le azioni da attivare in caso di allerta sinkhole, che i Comuni di Rio Elba e Rio Marina devono ancora adottare.
Per questa serie di considerazioni il presidente Kutufà ha, quindi, ritenuto indispensabile inviare al presidente Rossi la richiesta, prontamente accolta dalla Regione, di convocare urgentemente il tavolo tecnico.