Sui limiti del centrosinistra capoliverese ho già detto, e non è che in questi giorni le cose si siano evolute al meglio. Rimane in piedi quindi la domanda: che fare? Avanzo una modesta proposta. Che peraltro può essere esportata anche agli altri comuni.
Viene indetto per il giorno x, dalle ore y alle ore z, una consultazione tra gli elettori del centrosinistra. La partecipazione viene resa libera e gratuita per tutti gli iscritti del Pd e di Sel. Per i simpatizzanti viene fatto pagare un tot (2 euri, per dire, che oltretutto servirebbero a pagarsi anche la campagna elettorale), e viene fatta firmare una dichiarazione di voto per la coalizione di centrosinistra alle comunali. All'urna viene consegnata una scheda in cui il partecipante può esprimere da uno a tot rappresentanti (a seconda di quanti possano essere candidati in una lista). Liberamente, senza nomi imposti o consigliati. Alle ore z viene effettuato lo spoglio, a porte aperte, e vengono selezionati i più votati per formare la lista.
Primarie aperte, senza condizionamenti o scelte forzate. La forma di democrazia più dal basso possibile.
Certo, mi si dirà che è una consultazione simile a un'arma a doppio taglio. Può essere a rischio flop, se a votare sono una ventina di persone; ma può essere un successo se la partecipazione è sull'ordine delle 200-300 persone, o anche più. Oltretutto in caso di successo diventerebbe spiazzante per l'avversario: ricordate lo sbigottimento della destra quando alle prime primarie del centrosinistra nazionale si presentarono 4 milioni di italiani?
Certo, non mette al riparo dalla manovrabilità del voto in favore di candidati proposti da conventicole e clan o con interessi particolari forti; ma apre anche la strada alla possibilità che passino persone rispettabili e stimate, espresse da gruppi animati dal bene comune.
Certo, potrebbero venire elette persone non interessate al posto in lista; ma, sul modello delle quirinarie del M5s, di fronte a una Milena Gabanelli che arriva prima e rifiuta la candidatura, di fronte a un Gino Strada che arriva secondo e rifiuta la candidatura, ci può essere uno Stefano Rodotà che arriva terzo e accetta. E come abbiamo visto dalle stesse quirinarie c'è la possibilità che vengano espressi dieci nomi forse non tutti condivisibili ma certo di altissimo profilo.
Certo, potrebbe venir fuori una lista di persone non perfettamente amalgamabili; ma se ne conoscete una di questo tipo fatemi un fischio, visto che la scelta ora come ora si è è sempre ridotta a un mercato delle vacche tra i candidati che assicurano un serbatoio elettorale il più vasto possibile, senza nessun interesse a un progetto comune.
Si potrebbe continuare con i difetti di questo sistema di scelta, e molti non è detto che siano superabili. Ma è una risposta al che fare? di cui sopra, sganciata dalle vecchie logiche e totalmente nuova per l'impantanata politica elbana. Lascio agli esponenti del centrosinistra il dilemma se sia la risposta giusta. Ma prima si chiedano in piena coscienza se le vere e intime motivazioni di un rifiuto non nascano dalla paura di una scelta senza condizionamenti e in piena libertà del loro elettorato.
Andrea Galassi