La giornata dell’ambiente ha confermato se ce ne fosse stato bisogno che le risposte internazionali, comunitarie e nazionali alla crisi in atto nel complesso restano lontane dal corrispondere alle necessità. Naturalmente e per fortuna ci sono differenze tra i vari ambiti e paesi.
Noi siamo in particolare alle prese con le vicende europee che molto hanno a che vedere anche con questi temi tanto più impegnativi per un paese e una regione in cui l’ambiente, i beni comuni, il patrimonio paesaggistico, culturale e naturale è di prim’ordine. Non dimenticando che esso è stato e continua ad essere motivo di pesanti e costose ‘censure’ comunitarie.
La giornata mondiale ci trova quindi alle prese con delicatissime questioni strettamente connesse peraltro sia a scelte economico-sociali sia a riforme istituzionali in cui siamo impegnati.
Se vogliamo soffermarci sulla situazione Toscana sappiamo –ne ha parlato on questi giorni il presidente della Cispel Toscana De Girolamo- che nella gestione dei servizi pubblici locali acqua, rifiuti etc ce la stiamo cavando abbastanza bene e stiamo migliorando anche nelle energie rinnovabili. Meno bene invece nella gestione di realtà di rilievo nazionale internazionale come le cave delle Apuane dove non si hanno più notizie del piano del parco e siamo costretti tra non poche difficoltà ad intervenire con il piano paesaggistico che ha comunque il merito di rilanciare una presenza importante anche se più circoscritta rispetto al piano del parco. Il tutto aggravato non solo da ritardi politici ma anche dal fatto che per legge ai piani dei parchi è stato inopinatamente sottratto proprio il paesaggio. Ecco l’intreccio politiche ambientali riforma delle istituzioni a partire dal nuovo titolo V. Altro esempio negativo la pista di Peretola. La regione con gli enti locali istituisce una parco alla Piana per impedire anche una pista di 2400 metri e ridurla a 2000. D’improvviso la regione decide di riportare la pista a 2400 con tanti saluti alla Piana e al suo Parco agricolo. La vicenda della Concordie ci fa –ecco un altro esempio- ci richiama anche all’importanza del santuario dei cetacei e dei suoi ‘ospiti’ delfini e balene. Ma lì noi abbiamo disperso bidoni di veleno mentre lo stato se ne infischia alla grande a partire dalle sue aree protette specialmente marine.
In compenso anche il Pd sta sostenendo al Senato una legge che taglierebbe fuori del tutto le regioni –mentre Rossi chiede aiuto ai francesi- da qualsiasi competenza sulle coste e il mare.
Qui i francesi ci possono fare ben poco ma noi si e non solo in Toscana. L’incontro del 20 giugno a Marina di Pisa promosso dal Gruppo di San Rossore sarà una buona occasione non solo per noi toscani di ritrovare il bandolo della matassa.
Renzo Moschini