Intervistato dal quotidiano on-line greenreport.it il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha confermato che la Regione ed il Comune di Piombino sono disposti a parlare della costruzione di una nuova mega-centrale a carbone a Piombino, di fronte all’Arcipelago Toscano e sulla costa del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos, il tutti per rendere più invitante come affare l’ex acciaieria Lucchini per il colosso della siderurgia indiana Jindal, l’unico interlocutore rimasto al tavolo delle trattative dopo che un bel po’ di venditori di fumo e carbone si erano eclissati.
Il presidente della Regione conferma quindi quanto anticipato dal Sole 24 Ore, cioè che Rossi sarebbe disponibile «a realizzare una centrale elettrica a carbone, funzionale alla ripartenza dell'area a caldo» della Lucchini.
Ora, per la prima volta, dopo aver negli anni passati negato decisamente questa possibilità, la Regione Toscana, a quanto pare insieme al Comune di Piombino, prende seriamente in considerazione di costruire una centrale a carbone sulla costa toscana.
Eppure il 25 gennaio di 1987 fa l’Elba e Piombino respinsero con una schiacciante maggioranza (il 78% con punte oltre il 90% sull’Isola) l’ipotesi di realizzare una centrale a carbone, una proposta sbagliata quasi 30 anni fa ed ancora più sbagliata oggi, quando tutti gli scienziati ci dicono che il carbone è la principale fonte energetica delle emissioni di gas serra che stanno riscaldando il nostro pianeta e che è il maggior responsabile dei decessi prematuri dovuti all’inquinamento ambientale.
Legambiente è contraria, oggi come e più di 27 anni fa alla centrale a carbone a Piombino e speriamo che non rispunti fuori la favola costosissima del “carbone pulito” in un Paese che produce più energia di quanta ne consuma e in una Regione dove il rigassificatore Olt di Livorno rimane inattivo perché è fuori mercato per il calo dei consumi energetici.
Dalla sua crisi economica devastante Piombino non uscirà proponendo interventi carboniferi di sapore novecentesco ma convertendo la sua industria in maniera sostenibile e di qualità e il carbone è il contrario della sostenibilità e della qualità. Per questo una nuova centrale a carbone non solo non serve, ma è una pesantissima ipoteca sullo sviluppo sostenibile della costa e dell’Arcipelago Toscano.
Per questo Legambiente chiede ai Sindaci, alle categorie economiche ed alle associazioni elbane di dire subito un NO netto, senza se e senza ma, ad una centrale a carbone che abbiamo già bocciato con il Referendum di 27 anni fa e che oggi è ancora più assurda ed insostenibile.