Gli ambientalisti, In via preliminare, fanno notare che «Ai sensi delle norme sulla Trasparenza dell'attività di pianificazione e governo del territorio contenute nell’art. 39 del DLgs 33/2014, la pubblicazione nell’apposita sezione del sito istituzionale del Comune di Portoferraio degli atti di governo del territorio, quali, tra gli altri, piani territoriali, piani di coordinamento, piani paesistici, strumenti urbanistici, generali e di attuazione, nonché le loro varianti è condizione per l'acquisizione dell'efficacia degli atti stessi. Pertanto perdurando (anche per altre varianti attualmente in discussione e per lo stesso Piano Strutturale “unico” presentato recentemente) la carenza della prescritta pubblicazione sul sito del Comune di Portoferraio degli atti di governo del territorio il progetto sottoposto alla VIA potrebbe risultare redatto in base ad uno strumento urbanistico privo di efficacia».
Le due Associazioni lamentano «Lo scarso coinvolgimento e ascolto dei portatori di interesse nella procedura con la quale è stato approvato il Piano strutturale e gli accordi di programma che ne sono derivati che non hanno previsto una Valutazione ambientale strategica», ma confermano di «Condivide in linea di massima la destinazione portuale turistica e il piano industriale dell’area del porto cantieri». Mentre, per quanto riguarda la specificità del progetto, sottoposto con le sue integrazioni a valutazione di impatto ambientale, viene ribadito il contenuto delle precedenti osservazioni di Legambiente per Area Pime, uso dedl suolo, bonifiche e mobilità, viene ravvisata «La necessità di mitigare drasticamente l’impatto dell’opera sul paesaggio e di migliorarne l’inserimento nello spazio urbano» e gli ambientalisti fanno al cune proposte di prescrizioni che ribadiscono e specificano meglio proposte già avanzate durante il lunghissimo iter del “water front”:
1) Armonizzare la realizzazione del porto turistico nel contesto del paesaggio della fascia costiera della Rada di Portoferraio circondando a terra lo specchio acqueo del porto turistico con una barriera continua di alberatura sempreverde (ad esempio lecci, sughere ed altre essenze autoctone e cespugli della macchia mediterranea) che copra per quanto possibile anche gli incoerenti capannoni industriali che saranno realizzati a fianco di quello della cementeria. Il verde pubblico dovrebbe mitigare e interrompere anche i vasti camminamenti pavimentati. La fascia costiera è caratterizzata da importanti emergenze naturalistiche, storiche ed archeologiche, che costituiscono punti di vista rilevanti: le zone umide delle lagune costiere delle Saline di San Giovanni e delle Prade, gli acquiferi superficiali, la frazione di San Giovanni, con la Direzione delle Saline, il Mulino (esempio di archeologia industriale di metà ottocento), il Podere San Marco, (che conserva l’impianto mediceo e i resti della fattoria romana), la Villa Romana delle Grotte (recentemente riaperta), il Podere della Chiusa, la chiesa di Santo Stefano alle Trane, la rocca del Volterraio (in corso di restauro). Si richiede di poter percepire da questi siti la continuità naturale e seminaturale esistente della fascia costiera della Rada fino al porto commerciale e alla città rinascimentale. Dal mare non si dovrebbero vedere costruzioni industriali o residenziali. Si richiede inoltre di ridurre l’inquinamento luminoso con uno specifico progetto che definisca la prospettiva notturna del progetto nel contesto della rada. Infine si richiede nell’area del progetto di regolamentare le insegne pubblicitarie e la cartellonistica per contenere in modo drastico soprattutto quella visibile dal mare, nonché di proibire i grandi cartelli elettronici.
2) Sopperire alla carenza di verde pubblico della città di Portoferraio, in cui l’unico giardino è quello delle Ghiaie, con la realizzazione di una vasta area a verde pubblico tra le banchine del porto turistico e viale Teseo Tesei eliminando in quell’area - che tra l’altro dovrebbe essere sottoposta anche a probabili bonifiche, in particolare nella zona attualmente occupata dal deposito costiero di carburanti da trasferire assolutamente - i volumi previsti per le residenze private distribuite e/o prevedendo il loro eventuale spostamento nel corpo di fabbrica destinato all’irrealizzabile e diseconomico albergo a 5 stelle. Questa prescrizione può essere compatibile con la realizzazione di parcheggi e funzioni di servizio sottostanti al parco pubblico. Dal punto di vista urbanistico l’operazione si ispira a quella del Foro Italico di Palermo che ha restituito all’uso della città un’ampia area fronte mare;
3) Collegare il porto turistico nel contesto urbano della fascia costiera della Rada di Portoferraio ricostruendo con due ponti pedonali ciclabili sul fosso della Madonnina i percorsi costieri adiacenti alla laguna costiera delle Saline di San Giovanni per collegare la città di Portoferraio con le frazioni che si affacciano sulla Rada con una valenza di mobilità sostenibile, urbana e turistica. Questa fascia costiera è percorsa da un reticolo di vie di valore documentario ed ambientale (Cfr. Catasto Leopoldino), meritevole di essere valorizzato mediante la realizzazione di un sistema di percorsi pedonali e ciclistici (MTB) con finalità turistiche e di mobilità sostenibile, urbana e turistica per collegare il centro storico di Portoferraio con il territorio, fino alla frazione dei Magazzini ed oltre. In tal modo cercando di mitigare l'innegabile ed ormai irreversibile articolazione della città su tre aree distinte (centro storico - zona industriale - zona residenziale) così delittuosamente deficitarie dal punto di vista della mobilità.
4) per evitare un ulteriore inasprimento del traffico urbano si richiede di prevedere come prioritari i punti d’attracco anche in questa zona di navette per il collegamento marino nella rada di Portoferraio: dalla Darsena al Porto Cantieri, San Giovanni, Magazzini e Bagnaia; e una zona riservata ai mezzi pubblici terrestri, e alle indispensabili navette terrestri con il centro città.