Il Pd, il sindaco De Santi, l'onorevole Bosi e altri hanno animato il dibattito, sui media, per dire della località Il Piano, una zona di 12 ettari alle porte di Rio Marina, che pare essere condannata a non avere un futuro roseo, a causa dei noti sprofondamenti, detti sinkhole.
E allora riscende in campo il geologo Nicola Casagli dell'università di Firenze, che si occupa del monitoraggio del fenomeno, per rilanciare la sua tesi e dare una news: “Se controlliamo il prelievo di acqua dai pozzi della zona, possiamo controllare anche la sua stabilità e intanto c'è l'accordo tra i sindaci riesi e la protezione civile per l'invio dei piani di emergenza. Fatto importante”.
Quindi Casagli ribadisce che il monitoraggio riesce a dare certezze e controllare l'area a rischio, ma i Comuni riesi puntano su nuovi studi geologici per capire i crolli, per cui chiedono nuovi finanziamenti regionali, e mentre si discute, intanto i proprietari di quei terreni di certo vivono forti preoccupazioni circa i loro beni immobili e tutta la zona è spesso in tilt.
Ma perché i crolli si sono fatti più frequenti rispetto al lontano passato. Il geologo Casagli specifica: “Dal 2008- dice- abbiano registrato 9 crolli, per l'aumento degli emungimenti in quell'area, dove esistono 14 pozzi principali. Se i pompaggi rimanessero entro certi limiti, non si pregiudicherebbe la stabilità del sottosuolo e monitorando ancora
capiremo il tasso di pompaggio utile ad evitare crolli e tutto potrebbe tornare ad un certa normalità”.
Prima del 2008, dice ancora l'esperto, non si erano registrati fenomeni di tale portata e frequenza. "Abbiamo quindi una stabilità del suolo che è legata alla crescita degli emungimenti -prosegue- infatti si è arrivati a prelevare 600 mila metri cubi l'anno”. E Casagli conclude facendo un appello alla concretezza. "Nella scorsa settimana in Regione i
sindaci della zona (Rio Marina e Rio Elba, ndr) si sono incontrati con il responsabile della protezione civile Antonino Melara ed hanno raggiunto una intesa per l'invio dei piani di emergenza che tuteleranno cittadini in caso nuovi problemi. Quindi passi avanti per dare altre sicurezze alla zona. Tutti faranno sempre più la propria parte. Regione e Provincia hanno finanziando e attivato monitoraggi e il bypass. Noi dell'Università di Firenze da oltre un anno e mezzo vigliamo con monitoraggi che hanno permesso di allertare, anche con una settimana di anticipo, il pericolo di movimenti del terreno e non abbiamo avuto alcun rimborso. Con intese sempre più forti le soluzioni arriveranno".