Nicola Nurra è un elbano, un portoferraiese. Come tanti ha a cuore l'ambiente della cosiddetta Perla del Tirreno. Un'Elba che si dice minacciata dal cemento, dai tagli ai servizi essenziali, dal caro traghetti e dei rifiuti, dalla crisi idrica. Per Nurra, biologo marino, esistono rischi nascosti anche sotto il mare.
Lo fa capire Intervenendo sulla questione che caratterizza i trasporti del 2012 , quello della nave veloce gialla, al centro delle cronache in questi ultimi tempi perchè provoca onde "anomale". Un mezzo senza dubbio all'avanguardia, in grado di fare la traversata da Piombino alla città medicea, e viceversa, in circa mezz'ora. Ma come è ormai noto, crea, a causa della sua velocità elevata, una serie di onde di non trascurabile entità che vanno a colpire le spiagge del nordest, da Cavo a Portoferraio, 6 volte al giorno almeno, con problemi a centinaia di bagnanti come è stato registrato sui media.
Nurra è preoccupato certamente per gli incidenti occorsi a taluni bagnanti impattati dalle forti onde improvvise, ma pensa anche ai risvolti meno appariscenti. Cosa accade sotto il livello del mare a causa delle onde più intense? Uno studio del genere non pare essere mai stato fatto, ma la Posidonia potrebbe essere a rischio per l'entità del fenomeno e suggerisce di fare uno studio ad hoc. Qualcuno cerca di intravedere in tali sottolineature un'azione anti nave gialla di natura "politica". Non è così. L'Elba più è servita nei trasporti, meglio è. Se però emergono problemi reali non pare possibile nascondersi dietro un dito. Ma soluzioni positive potranno essere trovate. Ecco l' intervento integrale dello studioso.
"Sto seguendo la vicenda della nave veloce Corsica Ferries. Al di là della personale considerazione che non sia ridurre il tempo della traversata (peraltro già breve) a stimolare il turista a spingersi all'Elba, bensì o magari il prezzo della stessa, ho letto il commento del turista comasco il quale è indubbiamente preoccupato degli impatti dell'anomalo moto ondoso generato dalla motonave. Non conoscendone però l'entità non sono in grado di affermare quanto sostenuto dal medesimo.
Effettivamente il fenomeno di eradicazione delle piante, se imputabile alle onde, è e rimane fenomeno gravissimo, considerando che una perdita netta di superficie ricoperta dalla prateria è sostanzialmente un danno permanente e irreparabile dati i lentissimi ritmi di crescita e/o ricrescita della stessa. Non solo, la scomparsa della pianta (il 50% mi sembra una stima un pò approssimativa e soggettiva, priva peraltro di riscontro scientifico), come ben sappiamo è sintomo e primo passo verso l'impoverimento complessivo dell'ecosistema marino-costiero, comporta una perdita netta in termini di biodiversità e ossigenazione delle acque. Ciononostante la letteratura scientifica (peraltro sterminata e ricchissima) non affronta il problema di moti ondosi anomali ed effetti oggettivamente misurabili sulle praterie. Anzi uno dei ruoli svolti e riconosciuti alla pianta è proprio quello di smorzare il moto ondoso attraverso la struttura nota con il nome di "matte". Questo effetto mitigatore dell'idrodinamismo si riflette poi in maniera positiva anche sulla linea di costa impedendo o rallentando il tanto temuto processo di erosione costiera.
Certo è che il fenomeno va attentamente monitorato e magari suffragato da immagini subacquee e non a confermare quanto sostenuto dallo scrupoloso turista. Penso di riuscire a venire all'Elba prima di settembre per verificarlo di persona.
Ho una foto dell'onda anomala: è impressionante, sembra piuttosto di trovarsi di fronte a una mareggiata autunnale. Indubbiamente se dovesse essere così a lungo gli effetti sulla prateria andrebbero investigati".
Nicola Nurra è ricercatore in biologia marina all'Università di Torino e attraverso la cooperativa Pelagosphera ( www.pelagosphera.com) è consulente per la medesima università per diversi progetti di valutazione di impatti ambientali, su incarichi FIAT, IREN Energia ecc.
Lavora anche, sempre per quell'ateneo, su incarico CIBM -al centro interuniversitario di biologia marina di Livorno, sulla nave Concordia per il monitoraggio del plancton marino e a breve anche nell'area del rigassificatore off-shore OLT_Toscana davanti a Livorno. Si occupa anche di didattica e divulgazione scientifica nelle scuole di ogni ordine e grado.
Stefano Bramanti (nella foto: l'onda delle 18 alla Padulella)