Questa è la spiaggia della Padulella il 30 aprile. Dopo l’intervento alle Ghiaie, il pensiero corre veloce a tutte le spiagge elbane: certo che quando arriva una mareggiata e secondo le correnti le spiagge sono piene di alghe.
Quando gli elbani faranno pace con le alghe? Quando smetteranno di immaginare spiagge idilliache, ma non vere, non “nostre” e guarderanno “oltre” ? Fino a quel momento, ci sarà bisogno, ma solo in quel momento, dello spostamento delle alghe da una parte della spiaggia, non con una ruspa, ma con un mezzo con ruote gommate che sbricioli il meno possibile i ciottoli, o che non affondi il braccio in profondità nella sabbia, con un paziente lavoro di manutenzione il meno invasivo e meno profondo possibile, al limite della manualità.
Cerchiamo tutti di contrastare questa tendenza di trasformare le spiagge elbane rimaste negli anni quasi naturali e di apprezzarle così come sono. Le spiagge non sono cantieri edili in cui basta la potenza dei mezzi meccanici. ESA in questi ultimi anni ha fatto un lavoro innovativo di trasformazione delle alghe in prodotto biologico per il compostaggio. Non sottovalutiamo queste innovazioni, ma assecondiamole con attenzione.
Le Ghiaie, Capo Bianco, La Padulella e tutta la costa Nord dell’isola d’Elba fino all’Enfola sono solo alcuni degli esempi a cui guardare. Queste in particolare sono anche patrimonio fondamentale dell’isola, affacciate, dal lato mare, su una zona a tutela biologica e riserva marina dal 1971, e dal lato cittadino di Portoferraio, parte integrante (con Le Ghiaie, Le Viste e Il Grigolo) di un fulcro storico e culturale unico al mondo: una residenza napoleonica, all’interno della prima città rinascimentale ideale italiana, edificata su un nucleo romano le cui vestigia rimangono ben visibili, “bellissimo porto” per i Greci, e ricordata nell’Eneide e nel mito degli Argonauti...
Ci vorrebbero una cura e attenzione ben maggiori di quanto sia mai avvenuto finora. Bandi per una manutenzione con pochi interventi l’anno, invasivi, senza una rilevante competenza, risultano avulsi dall’ambiente in cui sono inseriti. Controllo dell’erosione, lotta alla speculazione sulle coste, manutenzione regolare delle vie d’accesso, cura dei dettagli e delle necessità peculiari sono gli ingredienti per una programmazione a lungo termine.
Queste considerazioni dovrebbero comprendere tutte le spiagge elbane, per tutelare l’armonia e consapevolezza del loro carattere naturale e non solo “da cartolina”, restituendo tutto l’anno, e non solo alla vigilia dell’estate, una dignità nel loro aspetto più vero di cui sembra che, di corsa, all’ultimo momento, quasi sorpresi dai turisti, ci vergogniamo.
Se insistiamo con una miope manutenzione, non sorprendiamoci allora se il mare, con la complicità del gioco delle correnti marine, delle onde e del sano proliferare della poseidonia, ci riscombinerà beffardamente e potentemente tutto con la prossima mareggiata.
Italia Nostra Circolo dell'Arcipelago Toscano