Nonostante sia cominciata all’insegna del maltempo, è stata comunque un successo l’iniziativa, “Isola d’Elba, un giardino di profumi e sapori senza tempo” organizzata da Legambiente e Associazione Albergatori, con il patrocinio del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, all’interno delle Giornate della Bellezza – Voler bene all’Italia.
Si è trattato di un viaggio nelle comunità che costruiscono il futuro e difendono il passato, un percorso a tappe in alcuni ecoalberghi elbani che hanno offerto e fatto conoscere i loro prodotti a Km 0 e le antiche piante da frutto dell’Isola reintrodotte grazie al progetto “Il giardino diffuso degli ecoalberghi elbani” che verrà presntato anche all’Expo di Milano. Lo sparuto gruppo iniziale, che si è mano a mano ingrossato, frazionato e ricomposto, ha incontrato gli albergatori nelle 5 tappe che hanno toccato Hotel Scoglio Bianco (Viticcio); Hotel Gallo Nero e Hotel Sant'Andrea (Sant'Andrea); Hotel Corallo (Pomonte), Camping Tallinucci e Hotel Capo Sud (Lacona), ed ogni tappa e stata una festa di profumi, sapori esperienze e sapienze condivisa con gli albergatori e i loro clienti che hanno scelto la qualità e la sensibilità ambientale di queste imprese elbane così legate al loro territorio da ricostruirne storia e sapori dimenticati. Una storia che è stata riannodata ad ogni tappa dal professor Agostino Stefani, grazie al quale ha potuto prendere vita “il giardino diffuso”. Un tour nella bellezza – e nei cambiamenti meteorologici - di un’isola meravigliosa e sorprendente che è terminato in uno dei luoghi simbolo della biodiversità elbana: l’Orto dei Semplici di Rio nell’Elba, con un brindisi offerto dalla cantina Arrrighi e da Sapereta e con uno spuntino finale al tramonto offerto da Orti di Mare.
Gian Lorenzo Anselmi che, insieme a Elisabetta Tiberi dell’Associazione Albergatori, ha curato per Legambiente l’iniziativa è entusiasta e sottolinea che «La grande qualità di ogni albergo visitato è il frutto dell’impegno di una famiglia che ha deciso di investire sulla bellezza e la singolarità della nostra isola, che cura fin nei minimi particolari l’accoglienza, che coltiva specie in via di estinzione e prodotti di qualità e che, in molti casi racconta, anche con libri e pubblicazioni autoprodotte, la piccola e grande storia della loro attività e del Paese dell’Isola in cui vivono. Se abbiamo avuto un difetto, è forse stato quello di essere stati “timidi” in questo primo esperimento, ma è chiaro che da tanta bellezza e sapienza antica declinata in un turismo modernissimo può nascere un’iniziativa di grande spessore e richiamo. Dopo Expo credo che Legambiente Turismo e gli Ecoalberghi elbani avranno da lavorare per non farsi scappare l’occasione di far conoscere ancora di più e meglio questa eccezionale Elba della qualità e della tradizione».