Sulla situazione dei nostri parchi a partire da quelli nazionali come da tempo andiamo dicendo si sa ben poco se non che vanno male. Del resto abbiamo più volte ricordato le pronunce anche recenti della Corte dei Conti sul fatto che la maggior parte dei più importanti parchi nazionali sono privi del piano e di molte altre cose risorse ovviamente incluse.
Questo volume raccoglie in quasi 600 pagine i risultati di una indagine condotta parco per parco da ricercatori del Consorzio Universitario per la Ricerca Socio-economica e Ambientale (CURSA), di cui fanno parte gli Atenei di Ferrara, del Molise, della Tuscia ( Viterbo) e l’Associazione no profit IDRA.
Inutile dire che neppure volendo sarebbe possibile riassumere i dati e soprattutto le specifiche valutazioni che emergono da questa ricerca che si è avvalsa solo di cifre e giudizi suffragati da chiare pezze d’appoggio.
La prima considerazione che credo si imponga dopo la lettura non agevole in più d’un caso è che limiti, ritardi e intoppi che si registrano dove più dove meno e non soltanto in ragione delle diverse date di nascita dei vari parchi, sono dovuti principalmente alle inadempienze in primis del ministero nell’attuazione e rispetto della legge quadro 394. La lettura di questo volume più delle tante chiacchere a cui abbiamo assistito e continuiamo ad assistere fa capire che non i limiti e la presunta vecchiaia della legge sono alla base della crisi attuale. La crisi della politica nazionale dei parchi che dura ormai da troppo tempo è dovuta non ai limiti della legge ma alla sua mancata attuazione a cominciare proprio dai piani oltre a tutto il resto.
Sorvoliamo pure su un caso che credo non abbia riscontri in nessuna parte del mondo e cioè Il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu di 70.935 ettari, Province di Nuoro, Ogliastra, Cagliari e 24 comuni. Il decreto istitutivo risale ad oltre 13 anni ma l’Ente Gestore non è ancora stato istituito!
Un parco storico di cui qualche decennio fa ricordo si discusse animatamente non solo in Sardegna e di cui evidentemente tutti si sono dimenticati al ministero come in Sardegna. Ma non meno esemplare la pianificazione anzi la mancata pianificazione specie dove questa dovrebbe riguardare terra e mare. Ricordate le polemiche anche da parte della rappresentanza dei parchi che attribuirono alla 394 gli ingiustificati e penalizzanti rinvii nella gestione delle aree protette anche dove costituiscono la maggior parte del territorio come nell’Arcipelago Toscano; 17.887 ettari a terra e ben 56.776 a mare. La legge prevede che terra e mare vanno gestite insieme come stabiliscono ormai anche molte disposizioni comunitarie. I nostri innovatori –quelli che sostengono le leggi di modifica della 394 al Senato- dalla gestione delle aree protette marine vanno estromesse le regioni!
Vedo che si procede per con solerzia alla preparazione ad ottobre del 2015 del Congresso di Europarc; i parchi italiani andranno a sostenere i pasticci previsti al Senato? Qualcuno prima o poi chiederà conto al ministero di cosa sta succedendo nei parchi nazionali come testimonia questo bel volume?
Renzo Moschini