Inaugurata il 12 luglio la teca di tartaruga liuto che ora tutti potranno vedere all’Acquario dell’Isola d’Elba di Marina di Campo. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Sindaco del Comune di Campo Lorenzo Lambardi, del Presidente del Parco Giampiero Sammuri, del Direttore del Parco Franca Zanichelli, e dei rappresentanti della Capitaneria di Porto di Portoferraio e del Corpo Forestale dello Stato CTA grazie ai quali è stato possibile nel 2011 il recupero dell’esemplare.
Il Presidente Sammuri sottolinea: “Questa teca è un fantastico spot per la biodiversità del mare, la tartaruga liuto è una specie molto rara e poterla vedere cosi ben conservata è una opportunità di divulgazione preziosa”.
La Tartaruga liuto esposta era stata catturata accidentalmente da un pescatore professionista, nelle acque antistanti il Golfo di Portoferraio, il 1° di agosto 2011. Le reti da posta costiere non rappresentano un pericolo eccessivo per le Tartarughe, che solitamente prediligono acque profonde e mare aperto. Quando però purtroppo succede che una Tartaruga resti impigliata, quasi sempre l’esito è fatale: impossibilitato a risalire in superficie per respirare, il rettile muore asfissiato. In questi tristi casi, l’unica possibilità di non rendere del tutto inutile la perdita di un animale tanto prezioso è legata allo studio e alla divulgazione scientifica. Per questo, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, la Guardia Costiera - Capitanerie di Porto e l’Acquario dell’Elba ha disposto la tassidermizzazione e l’esposizione al pubblico. Le approfondite analisi biologiche, effettuate dal team della Dottoressa Letizia Marsili dell’Università di Siena, hanno fra l’altro evidenziato la presenza di numerosi residui di materiali plastici nel contenuto stomacale, segno evidente degli incalcolabili danni provocati dall’inquinamento di origine esclusivamente umana.
Approfondimento di Yuri Tiberto
“In grado di superare i due metri di lunghezza per un peso di oltre 600 Kg, la Tartaruga Liuto è la più grande tra tutte le tartarughe marine - spiega Yuri Tiberto responsabile dell’Acquario dell’Elba - Il caratteristico carapace, percorso da 7 creste longitudinali, è formato da piccole placche ossee disposte a mosaico ricoperte da uno spesso strato di pelle e carne oleosa, che in inglese le è valso il nome comune di leatherback turtle, “tartaruga dorso di cuoio”. Cosmopolita, si può incontrare in tutte le acque calde o temperate del pianeta; specie tipicamente pelagica, trascorre la sua esistenza in alto mare, avvicinandosi alla terraferma solo per la riproduzione. Nel Mediterraneo è presente solo in modo occasionale, e in genere si tratta di esemplari adulti provenienti dall’Oceano Atlantico. Si ciba quasi esclusivamente di Meduse, contribuendo in maniera importante a tenere sotto controllo numerico le popolazioni di questi urticanti celenterati. Ma questa particolarissima dieta risulta assai pericolosa: ingannata dalla somiglianza, può "predare" sacchetti e altri residui plastici che una volta ingeriti provocano devastanti occlusioni intestinali, spesso con esiti letali. La grande dispersione di enormi volumi di residui flottanti, anche di piccole dimensioni, rappresenta infatti il principale fattore di rischio per questo gigante dei mari: le pur severissime norme internazionali che la proteggono - sembrerebbe con buoni risultati, dato che la specie, fino a poco tempo fa considerata ad alto rischio di estinzione, sembra sia lentamente in ripresa - hanno assoluto bisogno di venire integrate da una più generale tutela di tutto l’ambiente marino, dal cui stato di salute dipende la nostra stessa sopravvivenza.”