Di ambiente si è tornati a parlare tra non poche polemiche in parlamento, nelle regioni, negli enti locali e sulla stampa. L’estate bollente ci ha messo del suo. Spiagge stracolme e navi che transitano sempre più prossime alle coste in omaggio a Schettino. Trivellazioni che riguardano anche aree marine protette le cui proteste di regioni e enti locali a Roma finora non sembrano pervenute. In montagna non è che i problemi siano minori ma anche lì sembra si sia in tutt’altre faccende affaccendati come allo Stelvio. Intanto il corpo forestale dello stato è sulle ruote come la polizia provinciale e pure le soprintendenze. Crescono intanto gli appelli e le petizioni al presidente della Repubblica, Presidente del consiglio, ai presidenti di Camera e Senato, ministri perché la politica e le istituzioni tornino a fare il loro mestiere che non stanno assolutamente facendo o che stanno facendo male. Ora che si tratti della mala-gestione del suolo, del mare, dei fiumi, delle coste, del paesaggio dove operano anche leggi importanti e valide sembra che tutti i nostri guai dipendano dalla burocrazia inetta, incompetente e invadente. Come se lo Sblocca e spacca Italia, il silenzio assenso, le ciabattate alle soprintendenze, il pretenzioso burocratismo del ministero dell’ambiente non fossero scelte politiche. Se si approvano come ha ricordato nel suo ultimo libro Carlo Cottarelli norme in cui in un unico articolo ci sono un numero spropositato di commi di difficile comprensione di chi è la colpa?
Se i piani di bacino e ora di distretto che aspettano da anni di essere istituiti (!) non fanno i piani di chi è la colpa?
Karmenu Vella, Commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca annunciando i nuovi impegni comunitari di Rete Natura 2000 ha confermato che la situazione anche in Europa resta molto seria con aree addirittura in peggioramento. Tra i premiati il Danubio, due volte la Spagna, la Francia, la Danimarca, la Germania ma nessuna area protetta italiana. E’ colpa della burocrazia o del fatto che i nostri parchi possono contare sempre meno su personale competente e spesso neppure sulla benzina per i mezzi di vigilanza?
E colpa della burocrazia se i nostri parchi nazionali sono in maggioranza senza un piano e non hanno perciò bisogno della burocrazia perché non funzionino visto che sono senza?
Qualcuno ricorda le filippiche anche di autorevoli parlamentari che per lungo tempo ci hanno raccontato che i parchi andavano male perché la legge era vecchia. Vecchia era la politica che stava dietro a queste chiacchere di cui ora non resta che il danno. Torneremo finalmente a fare il punto tra EXPO ed Encicliche su questa situazione che ci ha già esposto anche a salate censure della comunità addebitabili solo ad un ministero che i parchi li ha dimenticati salvo ripeterci in qualche convegno quanto sono belli e quanta gente li visita.
Renzo Moschini