Quello degli incendi è ormai un bollettino di guerra quotidiano da cui risulta che sono già stati distrutti alcuni ambienti straordinari dal parco del Pollino alla Riserva dello Zingaro in Sicilia, dalle pinete San Rossore alle aree protette di Roma.
In perfetta e sconcertante concomitanza con questo disastro il governo ha deciso – come denunciano il Presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, l’associazione dei direttori dei parchi e aree protette e altre associazioni- tagli di 85 milioni del 2013 per l’acquisto di un Canaidar.
Intanto anche parchi storici come quello del Circeo istituito in anni in cui Roma era impegnata a costruire il suo nuovo impero boccheggia, il suo piano dopo così tanti anni è ancora boicottato e non riesce e vedere la luce, vari amministratori locali per protesta si dimettono e la Regione Lazio con la Polverini in compenso finanzia con 120.000 euro un Museo per il Maresciallo Graziani. Si, quello del gas.
Intanto l’area protetta marina resta a molle mentre quelle già istituite anche da anni non riescono neppure a pagare gli stipendi per il pochissimo personale assegnatogli.
Avevo scritto poco tempo fa che l’ambiente non va in ferie ma non ci vanno purtroppo neppure le vecchie politiche del passato governo che quello nuovo non pare almeno finora in grado di lasciarsi alle spalle per avviarne di meno rovinose. E non si dica per favore che questo non è il momento, che il paese è in ferie perché di queste cose ci si è rifiutati di discuterle senza trucchi e senza inganni anche quando non si boccheggiava per l’afa. Purtroppo se lo stato non riesce ancora a fare meglio della Prestigiacomo –che i giovani di Forza Italia non ricordano neppure che è stata ministro!- anche le regioni e gli enti locali che se la passano peggio dello stato- questo va riconosciuto- non brillano davvero.
Ecco perché oltre alle più che doverose e legittime denunce e proteste bisogna unire e accompagnare un impegno e una iniziativa nazionale e iniziative regionali che riescano dopo troppi silenzi e omissis a rimettere al centro la politica ossia quello che deve fare lo stato, che devono fare le regioni e gli enti locali e con loro tutti quelli che considerano i beni pubblici e comuni un patrimonio da non dismettere ma da ben gestire come stabilisce la legge 394. Una politica che non deve e non può trovare scuse e pretesti nella legge che non ha alcuna colpa se i ministri e le istituzioni non hanno il coraggio di assumersi fino in fondo le loro responsabilità evitando tagli assurdi e rinvii colpevoli. E qui il caldo non c’entra.