Comunque si concluda l’incontro di Parigi sulla condizione ambientale di tutti i paesi del mondo nessuno potrà più fare l’eco-scettico come in altri tempi.
Ognuno dovrà misurarsi con la situazione planetaria ma anche e non di meno con la propria realtà con eguale realismo e senza furbizie. E per poterlo fare bene anche se non sarà sempre gradevole deve essere chiaro più di quanto lo sia oggi anche nel nostro paese che quella in corso è una partita che non riguarda solo l’economia. E la ragione è semplice anche se troppi sembrano ancora far finta di niente, perchè se siamo un paese nel fango, con la biodiversità, la natura il paesaggio e il suo suolo sempre più a rischio la risposta non può venire solo dalla greeneconomy. Se ancora non siamo riusciti a dotarci di una nuova e seria legge urbanistica che potesse mettere un argine serio alla cementificazione più sfrenata, se anche leggi importanti come quella del suolo sono rimaste lettera morta e se le nostre aree protette sono allo sbando mentre il ministero se ne infischia è chiaro che la partita riguarda le istituzioni nel suo complesso ossia il governo del territorio. Se all’opera ci sono trivelle anche in aree protette marine, se per alcune regioni i parchi sono ‘enti inutili’ da chiudere o quasi, e di piani di bacino da anni non parla più nessuno, non ci vuol molto a capire che qualcosa non va da prima e anche dopo Parigi. E se nonostante il parlamento abbia da poco approvato una legge sulla tutela della biodiversità del territorio agricolo e stia discutendo di una legge contro il consumo del territorio, di pianificazione dei parchi ben pochi - nessuno a Roma- si occupa parlamento compreso mentre anche regioni come la Toscana sembrano in tutt’altre faccende affaccendate qualcosa che ancora non gira deve esserci.
E siccome il Pd ha più di ogni altro responsabilità di governo a Roma e nelle regioni sta anche al Pd e soprattutto al Pd fare la sua parte al meglio e più alla svelta.
Renzo Moschini