Se la bellezza cambia il mondo come il presidente del consiglio giustamente non si stanca di ripetere mi chiedo come mai nonostante l’appello di Mattarella di parchi si continua a non parlare. Eppure le nuove politiche ambientali in Italia che hanno segnato il passaggio di una gestione pianificata oltre che allo stato anche alle regioni e agli enti locali muove dall’art 9 della Costituzione. Natura, paesaggio, uso del territorio non a caso si trovano ( o meglio si trovavano fino al nuovo Codice dei beni culturali) raccordati e uniti nei piani dei parchi nazionali e regionali. Anche qui sta la bellezza del nostro paese di cui però non si parla. E quando il sen Massimo Caleo del Pd fresco di nomina alla vicepresidenza della Commissione ambiente del Senato preannuncia che tra i suoi primi impegni ci sarà la riforma della legge 394 elude ancora una volta il problema perché quello che prevede il testo in discussione non solo non rilancia i nostri parchi ma li azzoppa ulteriormente. Come non li aiuta certo la militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato e neppure l’abolizione delle province e la loro sorveglianza dell’ambiente. E che a fronte di questa situazione che in tanti e da tempo denunciano il ministro e il ministero dell’ambiente nonostante l’EXPO, l’Enciclica e Parigi osservino il più assoluto silenzio rende ancor più allarmante una situazione che anche nelle regioni non è meno preoccupante dalle trivelle alla terra dei fuochi.
Ecco perché il governo come il senato e le regioni devono rimettere la loro sveglia.
Renzo Moschini