Apprendo che sull'isola di Montecristo è stato scoperto un nematode "alieno".
Non mi sorprende.
La ricerca e lo studio portano conoscenza.
La conoscenza è importante ma importante è anche l'uso che può esserne fatto.
Quale uso ne verrà fatto di questa scoperta ?
Sarà utile per aprire nuovi orizzonti di conoscenza ?
A Montecristo lo studio e la ricerca possono avere spazio non solo nel campo della biodiversità la quale, quando ero giovane, era chiamata flora e fauna.
Sull'isola infatti non esiste solo biodiversità cioè flora e fauna.
Montecristo è terra ricca di storia,come lo testimonia il monastero di S. Mamiliano.
Anche questa,la storia,contribuisce con la biodiversità a costituire il patrimonio culturale dell'isola.
La minore attenzione se non il silenzio su ciò che non è biodiversità ,questo sì, mi sorprende.
Di questo monastero ,in completo abbandono ,l'Associazione Amici di Montecristo, no profit, di cui sono socio,da qualche anno porta avanti uno studio con la collaborazione dell'università di Perugia, studio che ha lo scòpo di valutare l'attuale stato per un futuro eventuale recupero.
Al capo ufficio del corpo forestale dello Stato di Follonica che gestisce l'isola, l'associazione ha presentato i risultati preliminari.
Al sindaco del comune di Portoferraio,di cui l'isola fa parte,l'associazione ha parlato del monastero di S.Mamiliano.
Con questo comune l'associazione vuole organizzare un congresso internazionale proprio sulla conoscenza acquisita dallo studio di cui sopra. Dal consiglio direttivo dell'associazione mi è stato detto che sperano proprio di riuscire a concretizzare l'evento.
All'altro gestore dell'isola ,il parco nazionale dell'arcipelago toscano, dal consiglio direttivo dell'associazione amici di Montecristo mi è stato detto che non sono riusciti a parlare dello studio sul monastero di S. Mamiliano.
Avrebbero voluto presentare al presidente del parco i risultati preliminari ma non ci sono riusciti a causa dell'impossibilità a programmare un incontro .
Mi dicono che hanno consegnato al parco diverse date nell'arco di tre mesi lasciando l'ente libero di scegliere quale la migliore per un incontro ma senza successo.
Se davvero tutto ciò è accaduto, sono non poco sorpreso e un po’ stupito.
Possibile che un presidente di un ente pubblico non abbia predisposto spazi,tempi per incontrare il pubblico non dico tutti i giorni ma almeno una volta la settimana ?
MARCELLO CAMICI