La vicenda del parco di San Rossore sembra aprirsi non senza persistenti difficoltà politiche ad un confronto con meno silenzi imbarazzanti.
Resta per ora del tutto assente però un confronto che collochi anche il parco di San Rossore in quel contesto regionale che nonostante la legge non prende quota rispetto anche ad una situazione nazionale niente affatto soddisfacente e rassicurante. Eppure i continui richiami a superare specie in Toscana il campanilismo dovrebbero sollecitare e stimolare al superamento di una frammentazione che sicuramente non giova e nessuno. A meno che si preferisca avere la mani più libere per operazioni e manovre poco dignitose e decorose ma in questo caso in discussione non sarebbero solo i parchi.
Rispetto anche ad altre situazioni dei nostri parchi nazionali e regionali San Rossore conferma anche sotto il profilo storico che la sua istituzione e poi il suo piano Cervellati hanno segnato l’avvio di una politica in cui le istituzioni regionali, provinciali e locali hanno per la prima volta ‘pianificato’ ossia raccordato le loro scelte in un ambito sovracomunale e sovraprovinciale. Quella pianificazione che oggi torna sul banco degli imputati perché penalizzerebbe lo ‘sviluppo’. Come se i disastri ambientali –vedi modello Salviati per fortuna affondato- non abbiano avuto pesanti effetti perversi in tutto il paese anche sull’economia a partire da quella agricola, turistica, costiera, marina e fluviale.
Rischi che la frammentazione oggi resa più grave dalla abolizione delle province possono essere fronteggiati con maggiore efficacia rafforzando il ruolo non ‘settoriale’ dei parchi e delle altre aree protette e non solo in Toscana.
Questa è la partita che stenta ancora a decollare e non soltanto per il parco di San Rossore. Eppure proprio qui si può cogliere la complessità ma anche la varietà dei nodi non riducibili ad una banale e presunta ‘vessazione’ di un governo del territorio che implica una gestione marino-costiera fino alla Meloria, l’Arno il porto e le su golene, il Serchio e il suo bacino, il Lago di Massaciuccoli, il canale dei Navicelli, la Tenuta di San Rossore. Qui il parco di San Rossore si gioca il suo futuro e con il parco un territorio che senza il parco oggi sarebbe ben altra cosa. Ci pensino un momento anche quelli che sono tornati a piagnucolare sul parco brutto e cattivo.
Rinnovare la direzione del parco significa fare i conti con questi problemi. Tempo se n’è perso già fin troppo forse è il momento di iniziare.
Renzo Moschini