Le cronache specialmente regionali e locali sono zeppe di notizie che riguardano i nostri parchi e le altre aree protette. In diversi casi buone o quasi ma nella maggior parte dei casi confuse o decisamente pessime. Si va dalle trivelle alla mancanza di risorse, da organi gestionali in attesa anche da anni di potersi insediare e funzionare a tutti gli effetti alla mancanza di piani di gestione a cui ora viene a mancare anche il Corpo Forestale dello Stato ma pure le province che avevano assunto un ruolo importante specie in alcune regioni. Negli ultimi tempi si sono aggiunte inoltre anche cervellotiche sortite per far fuori lupi, ungulati e altra fauna mentre quella ittica non se la vede tanto meglio specie con l’inquinamento. Eppure stando ad una serie di recenti dati con significativi riconoscimenti internazionali sono proprio le nostre aree protette a risultare le più premiate da un turismo ecosostenibile a conferma che i parchi non solo non sono un peso, un costo insopportabile ma un buon investimento per l’ambiente e il paese. A dimostrazione peraltro di quanto abbia ragione la Corte dei Conti quando denuncia i danni della spending review che anziché gli sprechi ha tagliato gli investimenti anche a sostegno dell’ambiente parchi compresi.
A fronte di questa traballante situazione in cui è sempre più difficile se non impossibile capire quale è la situazione dei parchi e soprattutto il loro futuro sul piano nazionale non si registra alcunchè. Eppure abbiamo alle spalle l’EXPO, l’Enciclica di Bergoglio e gli accordi di Parigi. Per i parchi rimane buio pesto se non vogliamo considerare risposta politica il solito ennesimo annuncio che presto al senato porteranno in sala operatoria la legge 394 intubata dal 2011.
Tra le buone notizie vi è senz’altro il recentissimo intervento di Palazzo Chigi sul piano casa ligure che viola la legge sul paesaggio. Ora però si dovrebbe fare altrettanto anche per quegli interventi o rinvii che violano la legge 394 che è ancora in vigore anche se in troppi lo hanno dimenticato.
Finora infatti da Roma solo Mattarella ha ricordato che i parchi del nostro paese devono tornare senza trucchi e inganni nell’agenda politico-istituzionale del governo.
Che sia difficile lo sappiamo se anche in regioni come la Toscana duriamo così tanta fatica a trovare il binario giusto. E’ sicuramente più difficile cambiare le cose a Roma se anche qui o come anche in altre regioni con solide tradizioni stentiamo tanto a decollare. La sveglia deve suonare per tutti.
Renzo Moschini