Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, e Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, hanno inviato una lettera aperta al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sul Referendum del 17 Aprile e sulla situazione che si potrebbe aprire in Toscana nel caso di un mancato raggiungimento del quorum.
I due esponenti di Legambiente, ricordando a Rossi sue recenti dichiarazioni contrarie alle trivellazioni in mare, chiedono al Presidente Rossi di invitare i cittadini ad andare a votare il 17 aprile e a votare Sì e alle forze politiche della Toscana di rompere il silenzio che rischia di far fallire questa grande occasione di progresso per il nostro Paese.
Ecco cosa scrivono Ferruzza e Mazzantini nella lettera aperta a Rossi:
Caro Presidente Rossi,
come Lei sa bene, il 17 aprile i cittadini italiani sono chiamati a votare per un referendum sulle trivellazioni petrolifere in mare promosso da 9 Regioni, amministrate sia dal centro-destra che dal centro-sinistra, tra le quali non c’è però la Regione Toscana. Eppure il nostro territorio è stato interessato da prospezioni in mare, a nord e a sud dell’Isola d’Elba. Esse culminarono, nel 2010, con la richiesta, da parte della società australiana Key Petroleum di trivellare tra le isole di Pianosa e Montecristo, in un’area di circa 640 kmq (una superficie grande quanto tre volte l'Isola d’Elba), nella quale erano stati trovati gas e petrolio commercialmente sfruttabili, almeno coi prezzi degli idrocarburi di quel periodo.
Dopo le proteste ambientaliste, delle associazioni di categoria, di diversi Sindaci e di moltissimi turisti, l’allora Ministro Prestigiacomo non accolse la richiesta della Key Petroleum, dichiarando che considerava a tutti gli effetti un’area marina Protetta il Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e che quindi non si poteva trivellare il mare toscano. Purtroppo il Santuario Pelagos è poco più di un segno sulla carta e l’Intesa che lo istituisce non parla esplicitamente di trivellazioni offshore, anche se viene richiamata costantemente la necessità di evitare qualsiasi attività antropica inquinante.
Che il rischio di trivellazioni petrolifere nel mare della Toscana fosse ancora alto emerse chiaramente nell’agosto 2012, quando l’allora governo Monti rilanciò la possibilità di trivellazioni offshore al largo delle nostre aree marine protette; tanto che Lei, Presidente Rossi in quel frangente ebbe a dichiarare: «Non mi piace l'idea del Ministro Passera di favorire le trivellazioni per la ricerca e la coltivazione di pozzi petroliferi nei mari e, quindi, anche nel mare della Toscana. Per quanto ci riguarda, ci batteremo perché non avvenga questo scempio».
L’ipotesi di trivellare il mare toscano tornò in voga, ad opera delle compagnie petrolifere, addirittura dopo il naufragio della Costa Concordia, al largo dell’Isola del Giglio e, anche allora la Regione Toscana, dobbiamo dire meritoriamente, si schierò con Legambiente, gli operatori turistici e i pescatori, contro questa bislacca pretesa di mettere a rischio l’economia turistica e l’ambiente marino per qualche goccia di petrolio.
Con il recente Accordo di Caen sulla revisione dei confini marittimi, sottoscritto dai governi di Francia e Italia – i due maggiori Paesi del Santuario Pelagos – il rischio trivellazioni diventa però concreto e imminente. L’intesa prevede infatti la concessione alla Francia di un’area pescosa di 339 kmq a nord-ovest della Gorgona e di 24 kmq all’Italia al largo dell’Elba e Pianosa. Inoltre alla Francia vanno anche un’area a sud-ovest della Liguria e due aree a nord-est e a nord-ovest della Sardegna. In cambio, l’Italia estende molto le sue acque territoriali, in particolare ad ovest della Sardegna, dove sono state avanzate diverse nuove istanze di prospezione per la ricerca di idrocarburi.
Sulla questione, sono state presentate molte interpellanze parlamentari, a partire da quella dell’On. Pili, ex presidente di centro-destra della Regione Sardegna, dal Movimento 5 Stelle e dall’europarlamentare europea del PD Renata Briano e, in diverse dichiarazioni, è stato prospettato uno “scambio” pesce/petrolio tra Francia e Italia, anche perché nel 2010 l’allora presidente francese Nicolas Sarkozy impose una moratoria sulle trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo francese.
In questo contesto, è evidente che il mancato raggiungimento del quorum al Referendum del 17 aprile riaprirebbe la questione delle trivellazioni petrolifere nell’Arcipelago Toscano, dove sono già avvenute con successo prospezioni su giacimenti di idrocarburi sfruttabili. Il rischio che correrebbero il Santuario Pelagos, le aree marine protette dell’Arcipelago Toscano, la costa, la pesca e l’intera economia turistica toscana è conclamato. Un incidente simile a quello della Deepwater Horinzon del 2010, nel Golfo del Messico, in Toscana, come in Sardegna o nell’Adriatico, sarebbe un colpo mortale per l’immagine del nostro Paese, per il suo ambiente e per la sua economia turistica.
Per la Toscana il non raggiungimento del quorum rappresenterebbe un rischio ambientale ed economico intollerabile, di fronte a poche gocce di petrolio, peraltro estratte da multinazionali straniere.
Caro Presidente Rossi, noi crediamo che questa sia una battaglia di democrazia e partecipazione, dalla quale nessuno può tirarsi fuori: la Toscana deve nuovamente dimostrare con una massiccia partecipazione popolare di volere un futuro sostenibile che porti la nostra regione e l’Italia fuori dal sistema dell’energia fossile, come ci è stato chiesto anche dall’Accordo della COP21 di Parigi, che il nostro Paese avrebbe sottoscritto e che prevede di lasciare comodamente gli idrocarburi nel sottosuolo. E’ per questo che La invitiamo pubblicamente a confermare pubblicamente il suo no alla ricerca e alla coltivazione di pozzi petroliferi nei mari invitando i cittadini ad andare a votare il 17 aprile e a votare Sì.
Per questo chiediamo a tutte le forze politiche della Toscana di aderire alla richiesta di fermare ogni trivellazione in mare, che i loro colleghi hanno avanzato promuovendo il Referendum del 17 aprile nei Consigli Regionali di Liguria e Veneto (centro-destra), Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia e Sardegna (centro-sinistra), sostenuti anche da Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana.
Per questo invitiamo tutte le forze politiche della Toscana a rompere il silenzio che rischia di far fallire questa grande occasione di progresso per il nostro Paese e di invitare attivamente i cittadini ad andare a votare il 17 aprile e a votare Sì.
Per questo chiediamo alle organizzazioni dei pescatori, del turismo, dell’economia marittima e dell’agricoltura, agli imprenditori e ai sindacati toscani di mobilitarsi per la partecipazione al Referendum del 17 Aprile e per far votare Sì.
Il tempo per informare i cittadini è poco, ma tutti insieme possiamo e dobbiamo farcela a vincere questa battaglia per la democrazia, per il mare e per l’economia della nostra Regione.
Fausto Ferruzza - Presidente Legambiente Toscana
Umberto Mazzantini - Responsabile Mare Legambiente Toscana