Il referendum non senza confusione ha comunque riproposto delicati problemi della nostra gestione marino costiera che il voto non ha certo concluso e risolto.
Vorrei riprendere stimolato anche da alcuni interventi in particolare su alcuni siti da Vittorio Prodi a Edo Ronchi, da Mazzantini di Legambiente al WWF, da Vittorio Alessandro presidente del Parco nazionale delle 5 Terre ad alcuni consiglieri regionali toscani impegnati nella commissione costiera con particolare riferimento alla nostra regione e al santuario dei cetacei che coinvolge oltre a noi Liguria e Sardegna oltre alla Francia.
Inutile dire che non si tratta certo di questioni nuove e neppure recenti anche se il contesto europeo e globale di novità ne ha aggiunte fin troppe.
Tra le questioni più stagionate vi è quella del ruolo dello stato, regioni enti locali nella gestione delle coste e del ruolo dei parchi e delle altre aree protette specialmente europee. Un rapporto complicato fin dall’inizio dell’entrata in vigore della stessa legge 394 sui parchi che registro difficoltà nel rapporto tra aree protette marine e parchi terrestri. Il Problema non soltanto è’ rimasto irrisolto ma si è’ complicato ulteriormente con gravi e nuovi rischi che presenta la legge attualmente in discussione al Senato. E veniamo così ad un presente in cui la Toscana dovrebbe e potrebbe giocare un ruolo peculiare, che stenta però a decollare nonostante le opportunità nuove di cui dispone. Sulla legge del senato, come abbiamo avuto modo di scrivere anche sul nostro sito (www. Grupposanrossore.it), il testo prevede una gestione ministeriale delle aree protette marine totalmente separata dai territori al punto che il perimetro non figura in quello del parco terrestre con cui confina, e parte della loro attività, in cui nessuno tranne il ministero può mettere becco, può essere privatizzata. Prendere le mosse dalla Toscana ha un senso preciso, perché dopo tantissimi anni d’attesa al Parco di San Rossore è stata affidata la gestione della riserva della Meloria (che con la legge in discussione rischierebbe di tornare a Roma), che come aveva proposto il ministro Orlando avrebbe dovuto ospitare un Osservatorio sul mare. Proposta sparita dalla circolazione.
Eppure la Regione toscana ha un suo osservatorio sul santuario all’Elba, la Carta di Livorno approvata anche con il contributo toscano recentemente rilancia i problemi del santuario sul piano europeo, ma nonostante le vicende di Schettino non risulta che abbia avuto finora qualche seguito concreto. Eppure al centro di questo ambiente noi abbiamo un parco nazionale, quello dell’Arcipelago Toscano, che da anni è in attesa (come alcune associazioni ambientaliste ci ricordano spesso) della sua area marina. Un caso più unico che raro che un parco in un arcipelago manchi dell’area marina dove spesso abbiamo anche vergognosi episodi di bracconaggio.
Da poco si è insediata una commissione regionale perché si occupi della nostra costa; ma al momento non risulta che queste delicatissime questioni siano ancora state prese in considerazione. Eppure su questa costa da anni si discute di un nuovo parco regionale, mentre vi operano anche diverse aree protette che operano in ambiti diversi come in Val di Cornia oltre naturalmente al Parco della Maremma.
Come Gruppo di San Rossore abbiamo più volte sollecitato l’assessorato regionale all’ambiente a promuovere qualche iniziativa finora senza fortuna. Abbiamo cercato di discuterne in un incontro a Marina di Pisa con l’on Velo sottosegretaria all’ambiente che gestisce anche la Carta di Livorno; ma le cose non sono andate meglio.
Noi vorremmo che il dopo-referendum servisse anche a questo, cioè a rilanciare una iniziativa in cui vorremmo coinvolgere il nostro parco, l’Università di Pisa, alcuni Comuni, anche liguri, che di problemi non ne hanno certamente meno di noi.
Speriamo che sia la volta buona.
Renzo Moschini