Si è cominciato dalla cantina, dove tra l'acciaio inox dei silos spuntano alcune anfore dell'Impruneta, da 800 e 500 lt, riscoperte da Arrighi da qualche anno e riutilizzate, duemila anni dopo i Romani, per produrre l'eccellente Tresse (dai vitigni Syrah, Sangiovese e Sagrantino). La festa è per dare il benvenuto ad un nuovo ettaro di vigna strappato alla macchia, superficie che va ad aggiungersi ai 12 dell'azienda che fa diventare il Pian del Monte (Serrato) una cartolina da esportazione.
Un interventino da alcune decine di migliaia di euro che, dopo tanto lavoro, comincerà a restituire reddito tra quattro anni; ma che sia questa la filosofia vincente è la convinzione profonda di Antonio Arrighi che da sempre punta sulla qualità: pochi sanno della sua scelta di far produrre meno le proprie piante, in un rapporto da uno a uno, una pianta una bottiglia.
Il tour, di circa 2 km e che diventerà percorso permanente, riparte dai filari meno recenti, con in testa le rose spia per segnalare in anticipo la presenza di malattie o insetti potenzialmente dannosi e prosegue tra i vitigni vecchi e nuovi e gli splendidi olivi in produzione; dopo quattro stazioni di questo trekking wine, ognuna con assaggi e degustazioni di bianchi serviti, come sempre in maniera impeccabile, dalla delegazione elbana dei Sommellier AIS, gran finale con maialini 'à la sarde' e gli splendidi rossi dell' Azienda. Altri due ettari saranno prossimamente traslati dalla macchia al vino, in virtù di una nuova lungimiranza istituzionale (dalla Regione al Parco passando per i Comuni) che consente, appunto, il recupero di ex terreni agricoli alla loro vocazione primigenia. Ci si saluta con l'informazione che da lunedì comincia l'etichettatura (rigorosamente numerata) del già imbottigliato Aleatico DOCG.
CR