La sortita di Clini sui parchi da appaltare ha suscitato comprensibile delusione e allarme anche per i troppi silenzi con cui è stata finora accolta. Silenzi che avevano seguito già alla vecchia proposta di ben tre anni fa dell’UPI di abrogare i parchi regionali e a quella più recente e politicamente più grave del ministro Calderoli –il federalista di Monza- che evidentemente preferiva le ampolle e il Trota ai parchi regionali.
Il ministro Giarda per fortuna non sembra pensarla come Clini e Calderoli tanto è vero che in una intervista a ‘La Stampa’ parlando del riordino della pubblica amministrazione giudica negativamente quelle posizioni rivolte a penalizzare sempre più la presenza pubblica dalla sanità a tanti altri comparti a favore di quelle privata. E per questo ritiene non condivisibile come governo questa spinta alla privatizzazione che include anche la chiusura di enti pubblici come i parchi regionali. Meno male insomma che Giarda c’è. E speriamo che questa chiara presa di posizione contro la svendita di attività pubbliche tanto più importanti in ambito ambientale induca anche chi è riuscito a ignorare per tre anni la questione ad alzare la schiena. E speriamo anche che Clini ci ripensi e non faccia fare altre brutte figure al governo. I parchi nazionali e regionali in Italia non vanno messi all’asta ma gestiti con senso di responsabilità e serietà come avviene in tutti i paesi del mondo.