Renzo Moschini in un'articolata riflessione sullo stato delle aree protette in relazione anche al mutato quadro normativo
Le turbolenze istituzionali da tempo riguardano tutti i soggetti interessati nessuno escluso. Le regioni, come ci ricorda quasi ogni giorno Errani, non possono fare le spese di politiche nazionali che cercano di mettere il più possibile al riparo lo stato. Fassino e l’ANCI come Filippeschi di Legautonomie denunciano le crescenti difficoltà dei comuni a gestire i loro servizi essenziali. Sorvoliamo sulle province messe ormai in un angolo in maniera confusa e pasticciata.
C'è timore che il Pd nel futuro parlamento non sia presente con le necessarie competenze dopo la esclusione di una rappresentanza ‘storica’ ambientalista come i due senatori. Il che indebolirà fatalmente l’impegno, specie sui temi della green economy, che richiedono conoscenze e competenze molto qualificate. L’appello dei comitati ripropone dal canto suo lo stato di crisi ambientale; consumo di territorio, cementificazione senza freni, scempi paesaggistici, perdita di biodiversità, insicurezza del suolo, parchi e aree protette sotto tiro. I ministeri dei beni culturali e dell’ambiente in crisi e incapaci di fronteggiare una condizione complessiva che incide paurosamente e negativamente sulla crisi generale del paese. Dove sta il nodo cruciale di questa crisi?
Nell’intervista a Greenreport il Sen Ferrante del Pd si mostra preoccupato nei confronti del partito chiamato a risposte impegnative sull’ambiente che devono essere tempestive e chiare se non vogliamo rischiare il fallimento.
La regione torna a discutere questa volta con associazioni e comitati del paesaggio e il piano di indirizzo territoriale. E’ il seguito del lavoro svolto dall’ Università di Firenze –su richiesta della regione-conclusosi con un documento molto critico sul PIT anche in riferimento al paesaggio di cui non sappiamo l’uso che si intende fare.
La sortita di Clini sui parchi da appaltare ha suscitato comprensibile delusione e allarme anche per i troppi silenzi con cui è stata finora accolta. Silenzi che avevano seguito già alla vecchia proposta di ben tre anni fa dell’UPI di abrogare i parchi regionali e a quella più recente e politicamente più grave del ministro Calderoli –il federalista di Monza- che evidentemente preferiva le ampolle e il Trota ai parchi regionali.
Testata registrata al Tribunale di Livorno
n. 11 del 08.10.2002
Direttore Responsabile: Sergio Rossi
Editore: Elbareport.it di Sergio Rossi & C. SAS
Sede legale: Via Val di Denari, 34 - Portoferraio
Mail: info@elbareport.it - Pec: elbareport@pec.it
Tel: 0565.916908 - 335.6228371
Partita IVA: IT 01807760499