Le turbolenze istituzionali da tempo riguardano tutti i soggetti interessati nessuno escluso. Le regioni, come ci ricorda quasi ogni giorno Errani, non possono fare le spese di politiche nazionali che cercano di mettere il più possibile al riparo lo stato. Fassino e l’ANCI come Filippeschi di Legautonomie denunciano le crescenti difficoltà dei comuni a gestire i loro servizi essenziali. Sorvoliamo sulle province messe ormai in un angolo in maniera confusa e pasticciata. Le aree protette, che sono l’espressione più impegnativa e qualificata in campo ambientale del nostro sistema istituzionale dallo stato agli enti locali, se la passano se possibile peggio come ha dovuto scrivere nella lettera al ministro Galletti il presidente di Federparchi Sammuri. L’associazione dei parchi però, diversamente dalle regioni, dei comuni, delle province e delle loro rappresentanze, da tempo non presenta proposte. Sappiamo solo che Federaparchi neppure interloquisce con il ministro e con il ministero tanto è vero manco ha avuto un incontro. Sappiamo solo che da tempo sta raccogliendo e collezionando pungenti e meritate critiche da gran parte del movimento ambientalista, sulla base di documenti seri a cui finora il presidente di Federparchi ha replicato con predicozzi e romanzine con il ridicolo invito ad essere più ‘ragionevoli’ e accomodanti a partire dalla legge balorda in discussione al senato, a cui sembra monti la guardia ormai quasi solo Sammuri. Sono stato impegnato troppi anni in Federparchi per non avvertire questa sorprendente e allarmante latitanza di una associazione che si è sempre fatta valere per la sua iniziativa e soprattutto capacità di proposta con tutti i ministri senza peli sulla lingua. C’è qualcuno che sa per quali ragioni in questi quattro anni, da quando è cominciata cioè la telenovela del senato, Federparchi non abbia presentato un qualche documento degno di questo nome? Al massimo si è letto qualche emendamento penoso che non fa onore a chi lo ha presentato. Sistemando un po’ delle mie carte in vista di un prossimo appuntamento nazionale in cui discuteremo di aree protette marine ho ritrovato articoli di rivista, atti di seminari di centri studi di Federparchi che rendono penoso il confronto con la situazione di oggi. Mi è stato detto che in difesa di questo isolamento che finora inspiegabilmente non sembra abbia suscitato qualche significativa e doverosa reazione, Sammuri vuole addirittura raccogliere firme ‘politiche’ a sostegno di questo suo isolamento. Insomma vuole essere investito del titolo di ‘sentinella’ politica. Ma di chi e di cosa?
In altra occasione ricordo che Sammuri di firme ne raccolse perché fossi considerato nientemeno che un ‘traditore’ e denigratore di Federparchi. Ora come si può vedere a quello sa provvedere molto bene da solo. Ma Federparchi interessa a qualcuno? Interessa a qualcuno che le nostre aree protette e in una fase tanto delicata come questa restino orfane di una loro associazione che le rappresenti attivamente e decorosamente?
Renzo Moschini