Ci stiamo avvicinando alle elezioni amministrative comunali.
Il mondo politico è in movimento nelle comunità locali.
La campagna elettorale è iniziata per la caccia del consenso.
Come elettore mi ritroverò davanti liste con programmi e candidati da votare.
I programmi elettorali sono importanti ?
Gli addetti ai lavori affermano che sono importantissimi.
Dicono sempre: prima il programma per il bene comune poi i candidati.
Leggere un programma elettorale può diventare difficile.
Talvolta è tanto lungo che sembra un romanzo.
Bene il programma elettorale che sia sintetico: pochi punti programmatici e chiari.
Può così diventare utile nel votare.
Oggi, con internet,è più facile che in passato poter leggere i programmi delle liste in lizza.
Ho letto i programmi delle liste in lizza a Portoferraio, luogo dove sono chiamato al voto.
In nessuna ho trovato come punto programmatico da realizzare:
A) la imparzialità, l’efficienza, il buon andamento, la semplificazione amministrativa dei pubblici uffici.
B) il merito, la competenza quale criterio di scelta di coloro che andranno a ricoprire funzioni pubbliche, dagli assessori ai dirigenti dei pubblici uffici comunali.
C) provvedimenti per dotare il comprensorio di Portoferraio di strutture idonee ai nostri amici animali, cani e gatti.
D) provvedimenti per l’isola di Montecristo, che è parte integrante del territorio del comune di Portoferraio, depositaria del prestigioso diploma europeo per l’ambiente.
E) trasparenza e pubblicazione dei bilanci comunali, della dichiarazione dei redditi di consiglieri ed assessori.
F) area di porto franco.
G) introiti dei musei napoleonici da riutilizzare per il recupero dei beni culturali di Portoferraio e loro adeguata valorizzazione culturale e turistica.
H) richiesta di assegnazione della medaglia d’oro al valor civile alla città di Portoferraio per il bombardamento aereo avvenuto nel settembre del 1943.
I)accordi con le associazioni di elbani emigrati all’estero per motivi di lavoro.
L) provvedimenti per la riduzione inquinamento dell’aria.
Forse tutto ciò è ritenuto di minore importanza,non prioritario, rispetto alle altre molte questioni e problematiche territoriali.
Il programma elettorale diventa utile anche alla fine della legislatura, quando leggendo quello della coalizione che vinse le elezioni e che ha amministrato per vari anni, si può, avendo come metro di giudizio i fatti accaduti, giudicare e capire.
A questo servono pure i programmi: valutare se le promesse, le idee, gli impegni, i progetti contenuti nel programma elettorale presentato al corpo elettorale diventano da virtuali a reali.
In caso contrario si capisce che erano solo chiacchere.
Credo poi che questo possa essere un buon metro di giudizio sull’azione amministrativa di chi ha avuto l’onore e l’onere, con il cosidetto mandato popolare, per amministrare.
Serve inoltre anche a capire se l’azione amministrativa ha riguardato argomenti, oggetti di rilevanza istituzionale di cui il sindaco non ha alcun mandato popolare per trattarne poiché non previsto nel programma col quale è stato eletto.
Vedi, ad esempio, il comune unico.
Può essere buon metro di giudizio per tutti: per chi ha votato il sindaco uscente e il suo programma ma anche per coloro che non lo votarono.
Per quanto riguarda Portoferraio, alle ultime elezioni comunali, nel 2009, non votai l’attuale amministrazione che era a termine di cinque anni di governo, iniziati nel 2004, poiché dalla lettura programma elettorale comparato con i fatti accaduti non trassi buona opinione.
Lo stesso accade oggi: in dieci anni continui di amministrazione si poteva fare di più e meglio.
Una amministrazione pubblica che si è impegnata ma con risultati deludenti in molti campi e in particolare in quello dell’imparzialità ed efficienza.
Amministrazione che debbo ringraziare per quel poco di buono che ha fatto.
Poche luci oscurate da molte ombre: che dire della Gattaia? Dei ripetitori tanto criticati e rimasti lì sulle fortezze medicee e al Puntale ?
Dobbiamo voltare pagina.
La percentuale delle promesse e progetti rimaste chiacchiere non so quantificare.
Riccardo Nurra, consigliere comunale uscente e amico di scuola di tanti anni fa, ha elencate molte promesse e progetti rimasti chiacchere in dieci anni continuativi (2004-2014) di azione legislativa della giunta Peria a Portoferraio.
E’ una mia opinione: errare è umano.
Perciò invito chi fosse interessato ad applicare il metodo sopra accennato, ad andarsi a leggere il programma elettorale con cui l’amministrazione uscente portoferraiese vinse le elezioni nel 2009: potrà così formarsi una opinione personale.
“Portoferraio domani” era il titolo di questo programma.
Una barca a vela che sta uscendo da Portoferraio, il logo.
Naturalmente ogni elettore ed elettrice che non lo possiede credo possa richiedere una copia che dovrebbe essere stata depositata agli atti nel comune di Portoferraio.
Buona lettura per formarsi un giudizio personale su quanto accaduto.
Voterò chi mi sembra che meglio promette il cambiamento, il miglioramento di Portoferraio e del suo territorio.
Se vincerà, sono a disposizione a impegnarmi personalmente nella futura nuova amministrazione: basta che me lo chieda.
Questo metodo: leggere a fine legislatura il programma elettorale di chi ha amministrato e osservare se alle promesse sono seguiti fatti, a me ha fatto capire e poter formarmi opinione sull’attività amministrativa di tante amministrazioni di qualsiasi colore politico.
La mia opinione, nata dall’applicazione del metodo di cui sopra, è che i sindaci come la classe dirigente complessivamente intesa, sono espressione del sistema politico partitocratico italiano.
Deduzione forse ovvia che consente però di dire due parole sulla partitocrazia.
Partitocrazia imperante sin dalla cosidetta prima repubblica, partitocrazia che ha sempre manovrato anche le liste locali chiamate civiche.
Liste dette della società civile,autonome,indipendenti ecc.
La partitocrazia è un sistema di potere, una forma di stato, come lo è la monarchia, l’aristocrazia, la timocrazia, la diarchia, l’oligarchia, la democrazia, la dittatura ecc.
In questa nostra partitocrazia parlamentare ciascuno di noi è immerso, ciascuno di noi ha partecipato e partecipa con diverso modo e diversa responsabilità.
Per questo ritengo che ciascuno di noi può e deve parlarne.
Può aiutare a capire perché la nostra patria si trova nella precaria situazione attuale.
In democrazia la maggioranza vince e governa: è governo eletto dal popolo,
In partitocrazia vince e governa chi non è maggioranza: non è governo eletto dal popolo.
E’ democrazia pluralità che trova sintesi nelle scelte e decisioni.
E’ partitocrazia pluralità che non trova sintesi.
La partitocrazia,per sua natura, non può concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale ma la condiziona essendo il partito degenerato in fazione: la fazione non può certo concorrere al bene comune,la ‘res publica’, anche se a parole dice di farlo.
Nella partitocrazia si fa politica per il partito anche se a parole si dice di farlo per il bene comune.
Nella democrazia si fa politica per il buon governo del popolo con le parole e con i fatti.
La partitocrazia non può riuscire, non è capace a produrre classe dirigente necessaria a ben amministrare, utile al buon governo,come ampiamente dimostrato dalle condizioni in cui ha contribuito a ridurre l’Italia.
Questa partitocrazia parlamentare è in grado di riformarsi e trasformarsi in democrazia parlamentare?
La risposta alla domanda è sotto gli occhi di tutti.
Partiti e movimenti che nascono ogni momento.
Il senato che non doveva più esistere perchè abolito, viene trasformato.
Le province che dovevano essere soppresse sono tutte in piedi come il costo della politica per finanziare la partitocrazia.
Il DEF governativo prevede per gli anni futuri incremento della spesa totale pubblica e cioè delle tasse.
Quanto accaduto e accade,tutta colpa del sistema partitocratico?
Sono molte le responsabilità individuali, di diverso spessore, all’interno della nostra partitocrazia parlamentare dove, come sopra ho accennato, ciascuno di noi a suo modo ha partecipato e partecipa.
Un vero e proprio “gorillaio” di responsabilità per estendere all’Italia quanto alcuni dicono, con una battuta, quando parlano degli elbani e delle elbane.
L’isola d’Elba certo non si sottrae: sindaci, presidenti, direttori, dirigenti di enti pubblici, di società partecipate e via dicendo, i quali non sono in possesso di capacità richieste per far fronte ai problemi del territorio, non sono all’altezza delle sfide, delle situazioni che si trovano davanti ma sono pronti e proni alle richieste delle rispettive loro fazioni politiche.
Sempre a caccia di consenso ad ogni costo.
Una campagna elettorale continua.
Forse gli elbani e le elbane se ne sono accorti ?
Beh…. allora niente di nuovo sotto il sole !
Per concludere una raccomandazione:conservare il programma elettorale di chi vince le elezioni e leggerlo a fine legislatura.
Può essere utile a patto che sia seguito come metro di giudizio non l’ideologia e la fazione politica ma i fatti accaduti.
Marcello Camici