Risuscitando la fallimentare e arrogante pretesa veltroniana del 2008, anche a Portoferraio sono ricomparsi i teorici del cosiddetto “voto utile”, quelli che, preoccupati dell’esito elettorale e a corto di argomenti, si agitano a diffondere la voce che la sfida è riservata solo a due contendenti, il Pd con i resti di Sel da una parte, il centrodestra/Forza Italia dall’altra, e che pertanto il voto dato ad altre formazioni sarebbe un voto sprecato.
Non è cosi, perché mai come questa volta nel capoluogo elbano il risultato delle urne appare incerto e aperto ad ogni pronostico.
E’ una sensazione che si percepisce chiaramente parlando con le persone che tutti i giorni si incontrano per strada, al bar e nei supermercati della città e che trova conferma in almeno due dati di fatto: i risultati delle elezioni politiche dello scorso anno e la presenza di un maggior numero di liste rispetto alle precedenti competizioni.
Il primo dato è che i consensi su cui possono contare il Pd per un verso e i partiti del centrodestra per l’altro oscillano intorno al 25% ciascuno, largamente al di sotto della soglia minima necessaria per il successo finale.
L'altro dato è che le altre liste in campo, ed in particolare “Cambiare in comune”, presentano programmi e candidati capaci di attrarre ampi settori dell’opinione pubblica locale oggi fortemente critica verso l’amministrazione uscente rappresentata dal Pd che ripropone gran parte degli amministratori in carica e, in larga misura, diffidente se non ostile alle due liste che si richiamano al centrodestra.
Ecco pertanto che gli esiti appaiono tutt’altro che scontati e che la partita per la conquista della “Biscotteria” è tutta da giocare.
C'è da dire, comunque, che appare per lo meno singolare che alcuni personaggi che in passato hanno fortemente criticato il richiamo al “voto utile”, oggi si trovano a rivendicarlo contraddicendo sé stessi e i principi di democrazia allora conclamati.
Per quanto ci riguarda dicemmo allora, ed oggi lo ribadiamo, che l’unico voto utile è quello espresso per convinzione a favore di un progetto e per un’idea e non per dispetto e per paura di qualcuno o contro qualcosa.
Ed è improprio definire “voto utile” ciò che in realtà non è altro che un deprecabile ricatto morale, che spesso, come accadde con Veltroni, non solo non ti fa vincere ma addirittura, oltre che trarre in inganno gli elettori, ti fa perdere anche la faccia.
L’Altra Elba per la sinistra.