Dal monitoraggio della qualità delle acque, alla legge sulle aree protette e sulla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità, passando per la prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, le battaglie contro i condoni edilizi e le lotte per gli abbattimenti degli ecomostri, termite coniato da Legambiente per raccontare il proprio impegno contro gli abusi, molti dei quali realizzati a picco sul mare e in aree di pregio. Infine la legge tanto attesa sugli ecoreati, il collegato ambientale e l’approvazione – avvenuta proprio qualche giorno fa – di quella sulle agenzie ambientali, che rappresenta il terzo anello di una serie di riforme ambientali indispensabili per avviare una riconversione ecologica dell’Italia.
Tutto accaduto negli ultimi trent’anni, nel corso dei quali è stato scritto un grande pezzo di storia in difesa della natura e del paesaggio nel nostro Paese. Una storia che ha registrato un rinnovato protagonismo dei cittadini e una crescita di sensibilità ambientale fra gli amministratori locali, la società civile e il paese in generale.
Importanti traguardi raccontati attraverso una mostra che è stata presentata oggi al porto di Portoferraio dov’è ormeggiata la Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente a difesa dei mari e delle coste italiane.
La mostra itinerante, dal titolo “30 anni dalla parte del Mare” - realizzata con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la collaborazione del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, di Federparchi e delle aree marine protette toccate dal tour 2016 della Goletta Verde.
Un’esposizione che racconta in ventidue pannelli come l’Italia, nonostante tutto, sia cambiata in termini di difesa, tutela e innovazione.
Al taglio del nastro erano presenti Mario Ferrari, sindaco di Portoferraio; Franca Zanichelli, direttore Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Emilio Casale, Comandante della Capitaneria di porto di Portoferraio, Francesca Ottaviani, Portavoce Goletta Verde; Umberto Mazzantini, responsabile Mare di Legambiente Toscana.
“Ogni tanto è utile voltarsi indietro, guardare a questa storia, misurare quanta strada è stata fatta per ricordare le battaglie vinte e affrontare con determinazione le tante sfide ancora da giocare – dichiara Francesca Ottaviani, portavoce di Goletta Verde -. È una storia che traccia un buon inizio per la difesa dell’ambiente in Italia, anche se la strada è ancora lunga e gli stessi dati diffusi dalla nostra associazione con il dossier Mare Monstrum dimostrano che i pericoli di attacco al mare e alle coste italiane sono tutt’altro che debellati”.
L’Italia è il paese europeo con più AMP e più ettari di mare e fondali difesi che ha saputo associare alle finalità di tutela, proprie di un’area protetta, il principio della fruizione sostenibile, ancorandosi saldamente alle comunità locali, sia in fase istitutiva che gestionale. Quasi un’anomalia, per un Paese che ha stentato, in questi ultimi decenni, a tenere il passo dei paesi europei più sviluppati nel campo delle politiche ambientali.
“Trent'anni fa il nostro Paese poteva contare su appena due piccole riserve marine, quella attorno all'isoletta di Ustica e la riserva di Miramare, nel golfo di Trieste – dichiara Giampiero Sammuri, presidente Federparchi -. Oggi l'Italia ha il sistema di aree marine protette più ricco e solido del Mediterraneo, con ben 29 siti tutelati (se si considerano anche i due parchi sommersi di Baia e Gaiola) per un totale complessivo di circa 228mila ettari di mare e 700 chilometri di litorale protetti, quasi un decimo dello sviluppo costiero nazionale. Un ottimo risultato figlio dell'iniziativa del Ministero dell'Ambiente e dell'attività di stimolo e di creazione del consenso messa in atto da Federparchi, dagli enti locali e dalle associazioni ambientaliste. Si tratta di un lavoro che si traduce in strategiche azioni di tutela e conservazione della biodiversità, ma anche in attività di promozione del territorio e di sperimentazione e messa a punto di buone pratiche in materia di turismo sostenibile che sono diventate modello di riferimento per il resto del Paese".
L’esperienza della tutela del mare, in Italia, ha origine nel 1982 con la legge n. 979 per la “difesa del mare”, che introduce il concetto di inquinamento marino, oltre a procedure e organi per la salvaguardia di mari e coste. Una legge avveniristica, per quel periodo, che infatti trova ancora oggi applicazione in molti campi. Negli anni successivi, le politiche di tutela del mare in Italia hanno avuto un impulso crescente, a partire dall’istituzione di aree marine protette (AMP), che si è affermata come la strategia più funzionale, nel breve e medio periodo, per la protezione degli ecosistemi costieri e marini. A distanza di 34 anni, grazie all’esperienza originale delle AMP, il nostro paese si è guadagnato un ruolo importante nella protezione marina a livello europeo e di bacino del Mediterraneo, soprattutto in termini numerici.
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