Nei giorni scorsi il PD di Marciana ha denunciato l’ormai insostenibile situazione degli accumuli della posidonia a Spartaia; cittadini e turisti hanno segnalato a Legambiente i lavori sulla spiaggia di Fonza, nel Comune di Campo nell’Elba e nel Parco Nazionale, che hanno visto le ruspe percorrere residui dunali che ospitano piante rare e spostare detriti e posidonia; le lamentele per le ruspe e la realizzazione di parcheggi e infrastrutture impattanti e improprie nelle spiagge bianche di Portoferraio sono all’ordine del giorno; continuano le segnalazioni di nuove chiusure di accessi al mare come alla spiaggia del Direttore tra Rio Marina e Cavo; permangono scandali come quello della chiusura del sentiero costiero di Galenzana, intanto gli stessi privati che lo hanno chiuso si “inventano” nuove strade carrabili. Mentre i volontari di Legambiente e Diversamente Marinai puliscono Mola e le calette dell’Arcipelago, in tutta l’Elba la gestione della posidonia è ancora un problema che sembra insormontabile e irrisolvibile, anche se ormai questa pianta marina spiaggiata – grazie anche a Legambiente – non è più un rifiuto speciale e può essere avviata a compostaggio. E si potrebbe continuare, magari con la barriera sottomarina - inutile per la lotta allo strascico per cui sarebbe stata pensata – su un fondale di tre metri davanti alla spiaggia di Marina di Campo, o con il Piano del Porto di Marciana Marina che incrementerà erosione e rischi per il Paese, oppure con l’avanzata erosione lungo la costa di San Giovanni – Magazzini.
Eppure le soluzioni ci sono, alcuni esperimenti riusciti sono stati realizzati – come l’interramento della posidonia che può avere anche un effetto anti-erosivo – ma si stenta ad applicare buone pratiche che pure all’estero sono ormai comuni, come lo spostamento della posidonia spiaggiata in punti di stoccaggio nell’entroterra per poi riportarla sulla spiaggia in autunno, dove servirà da “cuscinetto” anti-erosione e dove le onde del mare e le correnti provvederanno a disperderla.
Da questo eterno quadro emergenziale, è chiaro che all’Elba manca una politica delle coste e delle spiagge, che ognuno, come sempre, va per conto suo e che i Piani spiagge comprensoriali, redatti e mai approvati, ormai si stanno disfacendo tra polvere e ragnatele nei cassetti degli Enti che li avevano pensati e che spesso si sono estinti come dinosauri politico/amministrativi. E’ evidente che le amministrazioni elbane così trascurano e sviliscono la più grande ricchezza economica e paesaggistica della nostra isola e che di fronte a spiagge e coste sempre più “pubblicamente non gestite” se ne incrementa la privatizzazione, come l’ultimo episodio segnalatoci a Marciana Marina, dove la spiaggia in fortissima erosione è stata “temporaneamente” occupata da sdraio e ombrelloni.
Ha ragione il PD marcianese a ricordare che la legge prevede che la quota principale del contributo di sbarco dovrebbe essere utilizzata per fini ambientali e per la gestione dei rifiuti, invece si trascura la base della ricchezza turistica dell’Elba pensando che per il turista sia più gradito assistere a qualche costosa serata musicale nazional-popolare che avere a disposizione tratti di spiaggia liberi, gestiti in maniera sostenibile e un ciclo della posidonia che la trasformi da problema in risorsa, adeguando, rafforzando, ampliando impianti di riciclo e attuando finalmente una gestione ambientale della costa.
E’ una situazione che si ripresenta ogni estate e che ogni estate vede operatori turistici, forze politiche, turisti e cittadini lamentarsi. Legambiente Arcipelago Toscano crede che questo circolo vizioso di problemi irrisolti e di mala-gestione del bene più prezioso del nostro turismo vada affrontato, condiviso e risolto una volta per tutte. Per questo chiede alla forze politiche – a partire dal PD che ha nuovamente e giustamente sollevato il problema della gestione e smaltimento della posidonia - ai Comuni, al Parco Nazionale, alla Regione, al Governo e alle categorie economiche di promuovere alla fine della stagione turistica gli “stati Generali della costa e delle spiagge dell’Elba” per discutere e alla fine decidere tutti insieme un Piano spiagge/coste che, utilizzando le risorse esistenti (anche regionali) per quel che è previsto, faccia diventare l’Elba un esempio di gestione della posidonia spiaggiata, che applichi moderne e resilienti strategie di lotta all’erosione e che metta fine alla privatizzazione palese e strisciante delle coste elbane.
Non ci potrebbe essere miglior pubblicità per le nostre spiagge e miglior sostegno alla nostra economia turistica.