Si chiama “Bianca di Gorgona” ed è la nuova varietà di olivo sull’isola di Gorgona dall’agronomo Francesco Presti in collaborazione con il Cnr Gorgona, la più piccola isola dell’Arcipelago Toscano (220 ettari), a 19 miglia dalla costa livornese, è una colonia penale agricola che dal 1996 fa parte del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Presti spiega che «L’Isola è un microcosmo unico, ha visto passare innumerevoli persone con le loro storie di uomini liberi reclusi, religiosi, militari, contadini e pescatori sin da' tempi remoti». ' L’istituzione del carcere risale al 1869 ed oggi è rimasta na casa di reclusione che svolge diverse attività agricole e zootecniche che fanno i conti con una situazione economica molto difficile.
L’isola è un paradiso della flora mediterranea ed ha un microclima unico nel quale crescono 500 specie vegetali censite. Tra gli alberi più antichi ci sono gli olivi, con un nucleo di piante a ultracentenarie che da due anni a questa parte hanno suscitato l’interesse di Presti, consulente agronomico della Casa di Reclusione di Gorgona, che, dopo studi approfonditi in collaborazione con Claudio Cantini, dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) del Cnr ha evidenziato la peculiarità degli olivi di Gorgona. Il Dna di queste piante è stato confrontato con il Dna delle altre varietà italiane e Presti e Cantini hanno scoperto che «L’isolamento di Gorgona per secoli ha fatto sfuggire alla classificazione queste poche ma maestose piante che appartengono quindi ad una varietà a sé stante». La “nuova” cultivar è stata quindi chiamata “Bianca di Gorgona” ed iscritta nel repertorio regionale delle risorse genetiche autoctone toscane.
Così il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e il carcere di Gorgona possono vantare un tipo di olivo che in tutto il mondo vive solo sugli antichi terrazzamenti di Gorgona, vicino al porticciolo dell’isola.
Presti sottolinea che «Essendo presente solamente un nucleo di circa venti esemplari , la “Bianca” è stata iscritta come varietà a richio di estinzione. E’ probabile che queste piante siano state introdotte dai monaci certosini che nel corso del 1700 hanno abitato e lavorato sull’isola. Questa scoperta ribadisce l’unicità e le potenzialità della più piccola Isola dell’Arcipelago Toscano dove è possibile osservare un' eccezionale concentrato' di biodiversità e sperimentare un grande laboratorio sociale e didattico. La scoperta di una nuova varietà di olivo non si limita ad un mera curiosità botanica. Essa potrebbe divenire una nuova e concreta risorsa in mano all’Amministrazione' Penitenziaria. Dal nucleo di piante madri può essere iniziato' un innovativo progetto di lavoro e formazione con la popolazione detenuta: avviando una piccola attività per la propagazione e l’aumento degli esemplari di “Bianca di Gorgona' sull’isola è pensabile la produzione di piante e di olio monovarietale autoctono, unico, caratteristico della Gorgon .'La “Bianca di Gorgona” potrebbe quindi fornire nuova linfa' ad un modello detentivo che, nonostante le difficoltà è sempre stato e resta di alta qualità»