Nei giorni 11-27 settembre si è realizzata una prima campagna di Scavo presso una grotta carsica del versante orientale dell’isola di Pianosa. La ricerca, autorizzata dalla Soprintendenza per i beni Archeologici della Toscana e dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, e sostenuta dal Comune di Campo nell’Elba, è mirata al recupero e allo studio dei numerosi resti ossei di animali vertebrati, contenuti nei depositi di riempimento della grotta stessa.
Il sito è ben conosciuto fin dalla seconda metà dell’Ottocento, quando l’abate Don Gaetano Chierici vi operò degli scavi archeologici scoprendo reperti dell’Età del Bronzo. Lo stesso Abate nominò una breccia ricca di resti ossiferi per la quale però non ebbe alcun interesse.
Da allora il sito non ha più destato particolare interesse, fino ad un’ultima ricognizione di due anni fa quando Stefano Ricci della Sezione di Ecologia Preistorica del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Siena non ha riscoperto il sito evidenziando le potenzialità conoscitive del suo studio. Sono state quindi avviate le procedure e i preparativi che hanno condotto a questa prima campagna di scavo diretta sul Campo dal Dr. Luca Maria Foresi, Ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena.
Allo scavo hanno poi partecipato giovani ricercatori e ha collaborato anche l’Associazione per la Difesa dell’isola di Pianosa, offrendo supporto sia sul campo che per l’alloggio. Le caratteristiche della grotta hanno reso le operazioni di scavo non sempre agevoli e molto tempo è stato dedicato alla organizzazione del cantiere, al fine di per poter lavorare con metodi stratigrafici rigorosi e in sicurezza.
Nonostante queste difficoltà i primi risultati sono stati ottimi, molti resti sono stati recuperati e il loro studio sarà presto avviato. Non è quindi possibile, al momento, dare riferimenti precisi sulla fauna rinvenuta, sulle eventuali relazioni con attività dell’uomo e sull’età, è però probabile che almeno una parte dei resti sia da riferire all’ultimo periodo glaciale, così da offrire nuovi spunti per una migliore conoscenza di un periodo in cui gran parte dell’arcipelago era riunito a formare un’ampia penisola. Occorreranno altre campagne per disporre di tutte le informazioni necessarie ad uno studio completo e per scoprire tutte le ricchezze di questo sito, uno dei tanti che fanno di Pianosa un’eccellenza nel campo della storia e della preistoria.
Scavi e studi procederanno, con l’auspicio che i reperti di maggior interesse possano trovare sull’isola piatta il luogo della loro conservazione ed esposizione. Un proposito condiviso dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dalla Soprintendenza i cui rappresentanti (Per il Parco il Presidente Dr. Sammuri e la Direttrice Dr.ssa Zanichelli e per la Soprintendenza la Dr.ssa Alderighi) hanno potuto direttamente ispezionare il sito durante lo scavo. Visite che hanno ancor di più spronato il gruppo di ricerca a lavorare per quest’isola meravigliosa.
Oltre al Parco e alla Soprintendenza che hanno promosso tale attività, una menzione particolare va riservata all’ Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa, ma soprattutto al Comune di Campo nell’Elba che, nonostante le evidenti difficoltà dovute alla alluvione dello scorso anno, ha voluto sostenere tale ricerca offrendo appoggio logistico ai ricercatori, una disponibilità realizzata sul posto dalla Cooperativa S. Giacomo, il cui personale, unitamente a quello della Amministrazione Penitenziaria ha dimostrato sempre gentilezza e disponibilità per ogni esigenza.
L.M.F.
(Nella Foto: prime operazioni di scavo all’interno della grotta).