2016-1950 - nel Comune di Marciana si è tornati alla notte dei tempi della metà del secolo scorso, quando lo spazzino, con un pesante e olezzante sacco di tela sulle spalle oppure con una grossa gerla a tracolla, svuotava i secchi domestici davanti le case macinando faticosi percorsi a piedi senza ausili a due ruote. Riesumando il peggio del passato incivile, oggi si ricorre ad un antistorico e antigienico espediente per salvare il fasullo porta a porta dello scorso anno rivelatosi irrealizzabile nelle strette viuzze di Marciana e di Poggio. Di fatto si è ripiegato su un lavoraccio sporco che mortifica e umilia il compito subappaltato a una piccola cooperativa comunale costretta a maneggiare spazzatura con il favore delle tenebre.
Invece di provare vergogna per le condizioni di lavoro degli uomini con il sacco, il Comune rialza la testa, perché l’inverno scorso, fuori dai pienoni dei consumatori della stagione turistica, la raccolta differenziata dei rifiuti sarebbe migliorata. Se davvero così fosse come obiettivo conquistato in altri territori isolani virtuosi nello smaltimento, gli amministratori municipali sarebbero autorizzati a diminuire la Tari. Al contrario, continuano a tartassare con mano sempre più pesante. Eloquenti i codici tariffari che compongono l’imposta marcianese in continuo rialzo. Tariffa fissa di euro per mq: nel 2014 era di euro 1,8795 per mq; nel 2015 di 1,9733 per mq; nel 2016 record dei record con 2,2252 euro per mq. Da aggiungere la tariffa varabile sempre all’insù e il peso dell’addizionale provinciale. In pratica si è raggiunto un tetto di imposizione quasi il doppio della media nazionale che è di poco superiore all’euro per mq. Roma, considerata la città con la Tari più salata, arriva a una tariffa fissa di 1,4090 euro. Peraltro, Marciana sbugiardata persino dalla Regione Toscana che, tirando le somme sulle discariche piene di rifiuti indifferenziati, ha in preparazione una maxi stangata di ecotassa per l’anno prossimo.
Romano Bartoloni