Dopo la denuncia dell’abbattimento di gran parte del canneto di dell’area umida, compresa nella zona B del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e tutelata dalle direttive europee, dopo la fuga (speriamo) delle rare gallinelle d’acqua e degli altri animali, dopo l’incendio che ha colpito la stessa area nei giorni scorsi, i volontari dell'ASD Diversamente Marinai e di Legambiente e alcuni detenuti del carcere di Porto Azzurro si sono nuovamente occupati della pulizia della spiaggia e delle rive dei corsi d’acqua di Mola, nei Comuni di Porto Azzurro e Capoliveri.
Uno dei volontari, Daniele Bernabò, sottolinea che « La nostra attività ha attirato l'attenzione di un passante che ha offerto il suo contributo nell'opera di raccolta. Durante la pulizia, oltre ai soliti rifiuti, sono stati rinvenuti una batteria d'auto, diversi copertoni e altri materiali ingombranti, nonché una chiazza di catrame solidificato sul bagnasciuga, quest'ultima impossibile da rimuovere».
I volontari hanno purtroppo anche trovato le carcasse di due anatidi, una delle quali presentava una scheggia infissa nella gola.
«Si tratta dell’ennesimo intervento dei campi di volontariato velici di Diversamente Marinai e di Legambiente, questa volta con il rinforzo molto fattivo dei detenuti del carcere i Porto Azzurro che ringraziamo insieme alla Direzione del Carcere- dicono Legambiente e Diversamente Marinai - Nella Zona umida di Mola e ogni volta vengo fuori nuovi rifiuti, frutto dell’inciviltà di chi tratta un’area così preziosa e il mare come una discarica».
Secondo il Cigno Verde isolano «E’ chiaro che questa situazione non può essere ulteriormente tollerata e che occorre che Parco e Comuni si diano da fare per avviare una bonifica dell’area e per un progetto di utilizzo e manutenzione sostenibile, basato sull’ecoturismo e l’educazione ambientale, e che non si permetta più di continuare a sottoporre la zona umida ad abusi e violazioni di ogni tipo. Mola conserva, nonostante tutto e tutti, ancora grandi valori ambientale, è una piccola perla dimenticata e offesa che ha bisogno di un progetto che la salvaguardi davvero insieme alla sua meravigliosa fauna e flora che viene ogni giorno messa in pericolo da gesti sconsiderati».
Per questo Legambiente Arcipelago Toscano, finita la stagione estiva, presenterà un dossier su Mola e chiederà a tutti gli Enti interessati, a partire dal Parco Nazionale, di avviare un reale recupero e ripristino di questa piccola Zona umida ma importantissima per la fauna stanziale e migratoria e che, senza gli interventi dei nostri volontari avrebbe presentato ai turisti solo l’immagine di una pattumiera e di un posto dove si può radere al suolo la vegetazione mentre l’avifauna sta allevando ancora i piccoli, oppure appiccare il fuoco o circolare liberamente con auto e cani.
Intanto la buona notizia è che il Consorzio di Bonifica Toscana Costa ha contattato Legambiente Arcipelago Toscano per organizzare un incontro su Mola, visto anche che i lavori - eseguiti secondo Legambiente in maniera troppo pesante e con un eccessivo disturbo e pericolo per la fauna – sarebbero stati fatti in base a un accordo di “manutenzione” pluriennale approvato in passato dal Parco Nazionale.