La pubblicazione su Nature/ScientificReports dello studio “The Mediterranean Plastic Soup: synthetic polymers in Mediterranean”, realizzato dall’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Lerici (Ismar-Cnr), in collaborazione con le Università di Ancona, del Salento e Algalita Foundation (California), conferma purtroppo quanto già rilevato da precedenti spedizioni scientifiche – una delle quali della Marina militare francese – e da Goletta Verde di Legambiente sulla presenza di microplastica galleggiante in mare aperto nel Mediterraneo occidentale.
Infatti, Stefano Aliani, dell’Ismar-Cnr, spiega che «Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di plastica e si pensa che fino a 12 milioni di tonnellate finiscano in mare. La microplastica è costituita da quei frammenti di plastica più piccoli di 2 millimetri che, per quanto non visibili ad occhio nudo, sono stati trovati a galleggiare pressoché ovunque nel Mediterraneo, con concentrazioni tra le più alte al mondo. Ad esempio, nel vortice subtropicale del Pacifico settentrionale nel 1999 sono stati stimati circa 335.000 frammenti di plastica per km2, mentre in Mediterraneo si parla di una media di circa 1,25 milioni».
Ma queste concentrazioni sono ancora più alte a nord-ovest dell’Isola d’Elba, nel bel mezzo del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos. «Nel tratto di mare tra la Toscana e la Corsica – dice l’Ismar-Cnr - è stata rilevata la presenza di circa 10 kg di microplastiche per km2, contro i circa 2 kg presenti a largo delle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia e lungo il tratto nord della costa pugliese». E’ una conferma del vortice di micro e macro-plastiche incontrato da diverse spedizioni scientifiche a cominciare da circa 10 miglia a nord dell’Elba occidentale.
I dati del CNR si riferiscono al 2013, ma nell’estate 2016 Goletta Verde ha riscontrato la massima concentrazione di plastiche nella tratta da Marciana Marina a Portoferraio, «Con 211 rifiuti ogni km2», in una giornata in cui il vento soffiava da nord verso l’isola.
L’unica area nella quale nella quale Goletta Verde ha riscontrato una maggiore presenza di rifiuti galleggianti è stata quella tra Capri e Punta Campanella: «transetto che ha contato una densità di rifiuti quasi 4 volte superiore rispetto alla media nazionale con 227 rifiuti al km2 di mare».
Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, sottolinea che «Lo studio italo-statunitense conferma dati noti, ma anche la necessità di intervenire al più presto sulle fonti di questo inquinamento che colpisce un’area che contribuisce pochissimo a questa altissima concentrazione di micro-plastica, che supera quella delle cosiddette “isole di plastica” del Pacifico. E’ chiaro che questi rifiuti non provengono dall’Elba ma dalla costa continentale e dai fiumi e che le correnti marine e i venti dominanti li trasportano al largo dell’Elba e della Corsica, dove Capo Corso fa da “barriera” e crea un vortice a nord-ovest dell’Elba».
Legambiente Arcipelago Toscano chiede alla Regione Toscana, capofila per il Mediterraneo nord-occidentale delle iniziative per la marne strategy dell’Unione europea, di concentrarsi sulla prevenzione del “marine litter”, partendo proprio dallo studio del Cnr e dai dai di Goletta Verde e di altri anche per avviar operazioni di pulizia e verifica, magari partendo da progetti italiani innovativi, come S.A.U.R.O della Protezione Civile e della Marina Militare.
«Intanto – annuncia Mazzantini – dopo il successo dei campi di volontariato nautici dell’estate 2016, realizzati con l’associazione Diversamente Marinai, che avevano proprio lo scopo di censire la plastica galleggiante e di ripulire le spiagge più piccole e segrete dell’Arcipelago Toscano, Legambiente sta preparando “A Vele spiegate – Citizen science, volontariato e tutela della biodiversità nell’Arcipelago Toscano”, una grossa iniziativa nazionale di volontariato e ricerca per tutta l’estate 2017, una sorta di Goletta Verde del marine litter che realizzeremo insieme a Diversamente Marinai».
Mazzantini conclude, «Dopo la pubblicazione del preoccupante studio del Cnr, vogliamo ribadire che il mare dell’Arcipelago Toscano è pulito e ricco di vita e che non può essere messo a rischio dalla cattiva gestione dei rifiuti e dalla micro e macro plastica che proviene da altrove. Il Santuario dei cetacei Pelagos va difeso davvero. Vogliamo farlo rimboccandoci le maniche, ripulendo le nostre spiagge e le nostre isole minori, ma anche censendo, controllando, capendo cosa e perché succede, insieme alle decine di ragazze e ragazze che verranno da tutta Italia a darci una mano. Un impegno che nei prossimi giorni chiederemo anche alle istituzioni locali, al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, alla Regione Toscana, all’associazionismo e al mondo delle imprese. Perché la sfida per il mare pulito la si può vincere solo tutti insieme».
Link allo studio: http://www.nature.com/articles/srep37551