Su richiesta del Consigliere di nomina ambientalista Umberto Mazzantini, il Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha discusso della vicenda di Galenzana e della nuova strada al Formicaio, nel Comune di Campo nell’Elba, aperta nelle settimane scorse nella macchia mediterranea, in un’area in forte pendenza, in una zona di grande valore paesaggistico e trasformando un sentiero largo poco più di un metro e una cessa dell’Enel in un’autostrada larga oltre 5 metri. Il tutto al confine del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e della Zona speciale di conservazione (Zsc) e Zona di protezione speciale (Zps), con lavori di ampliamento, sbancamento, demolizione di rocce, scarico di massi e terra sulla vegetazione circostante, effettuati con mezzi pesanti (ruspe, escavatori, demolitori) e che hanno interessato sia il territorio del Parco Nazionale che la Zsc/Zps.
Nonostante quello che asseriva chi ha commissionato i lavori e il progettista - ma inizialmente anche lo stesso Parco che aveva fatto circolare cartografie con un’indicazione sbagliata del sentiero - e le assicurazioni lasciate trapelare da ambienti del Comune di Campo nell’Elba che era tutto in regola e che erano stati ottenuti tutti i permessi, il Comandante del Coordinamento territoriale per l’ambiente (Cta) dei Carabinieri forestali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha annunciato che, in seguito al sopralluogo effettuato nei giorni scorsi insieme al Parco, dopo le segnalazioni di Legambiente e cittadini, è stato posto sotto sequestro l’intero cantiere della nuova strada Formicaio-Galenzana e avviate nuove indagini sui lavori compiuti e in corso nell’intera area di Galenzana.
Il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha confermato che la nuova strada nel primo tratto ha interessato il confine del Parco Nazionale e nel secondo quello della Zcs/Zps, il 90% dl territorio della quale fa parte del Parco.
Dalle relazioni tecniche è emerso che l’Ente Parco non ha rilasciato nessun nulla-osta (obbligatorio) e che non ha ricevuto, né dal Comune né dalla Regione, nessuna comunicazione dell’avvio dei lavori né la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) – in apparente violazione della Legge regionale 1 agosto 2016, n. 48 “Disposizioni in materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturalistico-ambientale regionale” – e che precedentemente a Galenzana, in Zona B (Riserva generale) del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sono stati effettuati tagli non autorizzati di vegetazione che hanno praticamente raso al suolo la macchia mediterranea, comprese specie protette.
«E’ evidente che non era tutto a posto, come hanno asserito proprietà e progettista – dice Maria Frangioni, presidente di Legambiente Arcipelago Toscano - e che le segnalazioni dei nostri soci di Campo nell’Elba e dei cittadini corrispondevano a verità. Resta il rammarico che non si sia intervenuti preventivamente per impedire uno scempio ambientale e paesaggistico e che alcuni atti amministrativi “pasticciati” abbiano contribuito a rendere ancora più ingarbugliata una matassa costruita con una prepotenza e un atteggiamento colonialista davvero inusuali. Se qualcuno credeva di spaventarci esibendo “conoscenze”, facendoci passare per gente che non sa leggere le cartografie e contando su impossibili sanatorie si sbagliava di grosso. Ringraziamo i Carabinieri Forestali e l’Ufficio tecnico del Parco per l’egregio lavoro svolto, un grazie speciale va al nostro gruppo locale di Campo nell’Elba che non ha mai mollato nella difesa di un bene comune come Galenzana. Ma ora occorre chiarire ancora di più l’intera vicenda Galenzana e rivedere tutto l’iter amministrativo che ha consentito la realizzazione di un’enorme strada dove c’erano piccoli sentieri, realizzata al confine di un Parco Nazionale senza che questi ne fosse informato e che ricevesse dalla Regione Toscana la Vinca. Ne parleremo nei prossimi giorni anche con il Commissario Prefettizio del Comune di Campo nell’Elba che ha avuto la gentilezza di accettare una nostra richiesta di incontro».
Umberto Mazzantini, responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente, fa un primo bilancio di una vicenda che lo ha visto portavoce delle istanze dei cittadini e degli ambientalisti campesi: «Quel che è emerso nel Direttivo del Parco Nazionale è che a Galenzana e dintorni sono stati commessi abusi e violazioni. La Regione Toscana dovrà chiarire perché non ha inviato la procedura di Vinca al Parco Nazionale, mentre il Comune di Campo nell’Elba dovrà chiarire in base a quale provvedimenti si è consentito, con una semplice Scia per l’adeguamento della sentieristica esistente, di avviare lavori che hanno interessato il Parco Nazionale, senza il nulla-osta obbligatorio dello stesso Ente Parco, trasformando sentieri pedonali e cesse Enel in una strada carrabile a due corsie. Ma quel che è successo rende ancora più urgente che il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti risponda finalmente all’interrogazione parlamentare su Galenzana presentata un anno fa dal presidente della Commissione ambiente della Camera, Ermete Realacci (PD) e dalla deputata Marisa Nicchi (Sinistra Italiana) e che è stata oggetto di un oscuro episodio di hackeraggio (con tanto di comunicato falso) ai danni dell’ufficio stampa del Ministero. Inoltre, visto che le elezioni comunali si avvicinano, sarebbe anche l’ora che le forze politiche campesi si esprimessero su quanto successo a Galenzana e sul futuro dell’area, a cominciare dalla riapertura dello storico sentiero costiero pubblico, chiuso da chi però apre nuove strade senza i necessari nulla-osta, magari passando sui terreni altrui».