Poteva essere una domenica "qualunquemente" grigia quella appena passata, una di quelle giornate dove il sole non si vede quasi mai, dove vento, umidità appiccicosa e pioggerellina incostante ti suggerisce ti startene a casa.
E invece per molti si è rivelata una occasione discreta e colorata per relazionarsi socialmente, per poi addentrarsi e coinvolgersi come un corpo solo all'interno della Zona Umida di Mola.
La maratona fotografica dedicata alla riscoperta del nostro ambiente si è rivelata un piccolo successo che in maniera evidente dimostra l'interesse di molti elbani (e non) per il nostro patrimonio naturale relazionato alle espressioni artistiche.
Quest'area è poco conosciuta come risorsa e bellezza naturale e pur tutelata e protetta da molti anni dall'Ente Parco rischia continuamente di perdere la sua reale identità e funzione perché lasciata in stato di abbandono e senza controlli costanti.
Fotografi, specialisti del funzionamento e della gestione ambientale, volontari di Legambiente, detenuti volontari, guide ambientali, imprenditori e alcuni frequentatori abitudinari della zona hanno finalmente conosciuto in un modo artistico e creativo il piacere di stare bene insieme facendo "bene all'Ambiente".
Oltre infatti ad essere in corso la maratona fotografica molti volontari hanno scandagliato e ripulito una parte di area costiera della Zona Umida prelevando decine di quintali di rifiuti di ogni tipologia.
Se da una parte Mola si è palesemente presentata affascinante e importante dal punto di vista ambientale e paesaggistico dall'altra si deve prendere ancora una volta atto delle condizioni in cui versa e rivalutare un progetto, condiviso e accettato, di spessore e qualità per il prossimo futuro.
Alta la percentuale di presenza femminile.