Ha aspettato che si allontanassero i volontari di Legambiente e i fotografi che il 5 febbraio hanno partecipato alla maratona fotografica per la Giornata mondiale delle Zone umide e e alla pulizia della vicina Mola, poi un giovane Fistione Turco (Netta rufina) è ammarato nel porto di Porto Azzurro, dove lo ha fotografato per prima Manuela Funai che ha postato su Facebook le prime immagini di questo meraviglioso e coloratissimo anatide, una presenza molto rara nell’Arcipelago Toscano.
Poi, il 7 febbraio, sempre a Porto Azzurro, dove si è aggregato alla colonia di Germani reali – non molto contenti dell’intrusione - che frequenta da qualche anno l’area portuale, il Fistione turco è stato fotografato da Gian Carlo Diversi, ormai diventato l’attento cronista della vita che risiede o passa da un Golfo che si sta rivelando sempre più importante del punto di vista della biodiversità e degli equilibri ecologici dell’Elba.
Come dice il fondatore della Lipu e naturalista Francesco Mezzatesta, «E’ davvero notevole lo svernante elbano! Ieri avevo visto un'Alzavola. Queste osservazioni di sporadiche presenze di importanti specie ornitiche ci rafforza ancora di più nell’idea di restaurare l'area per davvero chiedendo l'intervento dei migliori esperti». Nel suo libro “Uccelli d’Europa, Nord Africa, Medio Oriente e accidentali”, Mezzatesta spiega che il Fistione turco «E’ il re dello stagno». Si tratta di un animale lungo 60 cm., gregario. Il maschio, come l’esemplare arrivato a Porto Azzurro, ha un “testone” color nocciola, fianchi bianchi, becco rosso e petto e coda neri. La femmina è molto meno colorata: marrone chiaro, con guance bianche, testa nera e becco grigio-nerastro
Come sottolinea diversi, il Fistione turco ha attirato la curiosità di molti che per la singolare “pettinatura” che ricorda quella del nuovo presidente statunitense Donald Trump.
Il Fistione turco, che sverna nella parte settentrionale del Mediterraneo, frequenta habitat di acqua dolce o salmastra ricchi di canne, ma anche baie, lagune, stagni e delta fluviali. Sembra la descrizione del Golfo di Mola, un ambiente che, come ci dice l’arrivo di questo coloratissimo ospite, va assolutamente salvato, impedendo ulteriori stravolgimenti e abusi e avviando al più presto un’opera di ripristino ambientale che, ricreando gli habitat giusti, valorizzi questo paradiso dimenticato che si dimostra sempre di più un’area dalla straordinaria potenzialità.
Foto di Gian Carlo Diversi