In riferimento all'articolo di Legambiente apparso su alcuni giornali online, pur rispettando da sempre coloro che in un certo senso agiscono da controllori del nostro ambiente, non possiamo esimerci però dal manifestare alcune nostre riflessioni.
Pur essendo d'accordo nel cercare di tutelare e conservare le zone umide o quel che resta delle zone umide site nella parte retrodunale di Marina di Campo, dobbiamo però tuttavia fare chiarezza sul fatto che quella in oggetto non è una “naturale” zona umida ma bensì un ristagno d'acqua di scarico del vicino depuratore della Bonalaccia; ristagno causato da un buca presente sul letto del fosso, forse per un mancato giusto livellamento eseguito al momento della recente messa in sicurezza, nonché dalla scarsa manutenzione e pulizia che non permette il regolare defluire in mare delle acque, come in realtà dovrebbe avvenire, oltre che delle acque reflue del depuratore e di quelle piovane.
Inutile ricordare che i lavori recentemente eseguiti su detto fosso sono stati necessari onde evitare che altri fenomeni atmosferici, come quelli già avvenuti, possano causare ulteriori danni alle abitazioni e strutture limitrofe e che solo per fatalità non hanno causato vittime come accaduto invece nel centro di Marina di Campo.
Se poi si crede che zone umide come quelle descritte possano diventare un'attrazione turistica potremmo ragionare sul fatto di far defluire l'acqua di scarico del depuratore in altri terreni, allagandoli, permettendo così il proliferare delle specie animali descritte, sempre ché il depuratore funzioni perfettamente e che si preferisca andare a visitare una palude piuttosto che una spiaggia.
Forse sarebbe più opportuno procedere alla pulizia dei fossi quanto prima, rilevando che la zona interessata non debba essere nuovamente messa a rischio, non solo, ci chiediamo per quali motivi sono stati spesi soldi pubblici per il rifacimento degli argini del fosso, per esproprio di terreni e per quale motivo continuiamo a pagare una tassa di pulizia fossi se questa non viene applicata.
Infine, non di meno, domani un bel temporale riporterà via tutto e magari anche quelle rare specie protette che pare siano apparse nel fosso della Foce di Marina di Campo. Noi vogliamo sperare invece che le pubbliche amministrazioni competenti ed il Consorzio di Bonifica si coordinino tra loro con interventi mirati e cadenzati e che non siano soggetti privati ad intervenire non solo per salvaguardare il bene comune ma anche preventivare la perdita di qualche vita umana col verificarsi di eventi atmosferici oggi non più straordinari. Quella vita umana che noi mettiamo al centro della nostra attenzione oggetto di salvaguardia ancor prima di ogni altra cosa. Se ciò non avvenisse si aprirebbero ampi spiragli di responsabilità di coloro che con i loro strumentali interventi pseudo ambientalisti non permettono la messa in sicurezza di questo tipo di zone.