Dopo l’eccezionale scoperta della nidificazione di una tartaruga marina Caretta caretta sulla frequentatissima spiaggia di Marina di Campo – il sito di deposizione più a nord conosciut nel Mediterraneo – Legambiente rilancia la sua “Carta della gestione consapevole delle spiagge - gestire i litorali ospitando le Tartarughe marine”, che è già stata sottoscritta da diverse amministrazioni comunali e stabilimenti balneari. Una carta che dovrebbe comunque essere adeguata alle eccezionali condizioni di Marina di Campo, dove la tartaruga marina ha nidificato nel bel mezzo di stabilimenti balneari e in un arenile in gran parte “artificializzato”, ma che evidentemente mantiene ancora elementi di naturalità che possono attrarre le femmine pioniere delle antichissime tartarughe marine.
Se la Tartaruga di Marina di Campo fosse, come speriamo, l’avanguardia di una colonizzazione dell’Arcipelago Toscano, le raccomandazioni della carta della gestione consapevole delle spiagge potrebbero servire da indicazioni per altre spiagge che non hanno una così ’elevata fruizione turistica ma che presentano caratteristiche valide per la nidificazione delle tartarughe.
Ecco cosa dice la Carta della gestione consapevole delle spiagge
Le Tartarughe marine sono animali straordinari, che passano la maggior parte della loro vita in mare, ma tornano sulla terraferma in occasione dei periodi di riproduzione, quando depongono le proprie uova in nidi che scavano nei litorali in prevalenza sabbiosi. La principale specie di tartaruga marina che frequenta le nostre coste è la Caretta caretta, anche se si incontrano anche la tartaruga verde (Chelonia mydas) e, più raramente, la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) La Caretta caretta è protetta dalle normative internazionali e nazionali: Convenzione di Washington (1973); Convenzione di Berna (1979); Convenzione di Bonn, (1979); Direttiva Habitat, 92/43/CEE e 2006/105/CE, relativa alla conservazione degli habitat; Convenzione di Barcellona (1995); Regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006.
Le tartarughe marine suscitano una grande attrattiva per gli umani, affascinati da questi animali così tranquilli e sicuri da adulti, quanto teneri e indifesi quando, dopo circa 50 giorni, escono dalle uova per raggiungere subito il mare.
Per tutti questi motivi esse meritano di essere protette, soprattutto nel periodo di riproduzione, quando si trovano a condividere con la presenza umana alcuni tratti di spiaggia spesso molto belli e incontaminati.
RACCOMANDAZIONI NEI SITI SENSIBILI:
I gestori di strutture turistiche possono fare molto per aiutare questi animali, favorendo la loro riproduzione e conciliandola con la presenza antropica, a sua volta favorita dalla presenza dei nidi.
Seguendo le seguenti indicazioni, raggruppate in 4 tipi di azioni, renderanno la spiaggia che gestiscono più bella e quindi più accogliente sia per i turisti che per la vita animale e vegetale.
TUTELA DELL’AMBIENTE NATURALE:
Per tutelare la riproduzione di una specie animale, occorre prima di tutto tutelare l’ambiente marino-costiero dove vive, che poi è lo stesso ambiente che i turisti vogliono trovare integro e pulito.
Il criterio di base è dettato dalla natura stessa: lasciare come si trova tutto ciò che è stato messo lì dalla natura (specie animali e vegetali autoctone, tronchi, alghe spiaggiate, ecc.), non immettere nell’ecosistema nulla che non vi era compreso (specie invasive alloctone, sostanze chimiche, rifiuti, inquinanti, ecc.) e non alterare la forma dell’arenile.
D’altra parte la conservazione dei sistemi dunali e in generale costieri favorisce quei processi di autodifesa naturale, contrastando l’erosione costiera, la perdita di macchia mediterranea, insomma mantenendo quelle caratteristiche che fanno prediligere anche ai turisti luoghi ricchi di bellezza e di biodiversità.
Non introdurre specie animali e vegetali non appartenenti alle popolazioni locali.
Non utilizzare sostanze erbicide per eliminare la vegetazione infestante.
Non asportare, tagliare o falciare la vegetazione autoctona.
Non asportare tronchi spiaggiati, accumuli di alghe o piante marine, o altri detriti marini spiaggiati.
Evitare di alterare il profilo dell’arenile con azioni quali livellamenti, movimenti terra, spianamenti, escavazioni ecc.
PULIZIA DEGLI ARENILI:
Le femmine di tartaruga marina scelgono il sito di nidificazione valutando le caratteristiche della spiaggia e la distanza dal mare. Preferiscono le spiagge ampie, che favoriscono una migliore scelta tra diversi siti idonei per deporre le uova.
La presenza di un nido di tartaruga marina può essere individuata dalle impronte lasciate sulla sabbia che indicano il percorso di risalita fino al luogo prescelto per l’escavazione del nido.
Le tracce conducono a segni del ricoprimento della camera di deposizione delle uova, scavata dalla femmina con le zampe natatoie posteriori.
La pulizia meccanica, oltre a cancellare eventuali tracce di deposizione, può anche danneggiare i nidi non segnalati. Evitare tassativamente l’abbandono dei rifiuti e predisporre cestini per la raccolta differenziata in spiaggia. Effettuare un sopralluogo attento e completo della spiaggia gestita, prima di procedere alla pulizia. Prediligere la pulizia manuale rispetto a quella meccanica.
ACCESSI E VIABILITÀ:
Per scavare i nidi le femmine di tartaruga marina preferiscono generalmente arenili di sabbia e ciottoli, anche per mantenere l’umidità interna del nido, scongiurando così i rischi di disidratazione delle uova.
Il numero medio di uova deposte in un nido oscilla tra le 80 e le 120.
Durante la deposizione, la presenza antropica, con rumori o luci fastidiose, può spaventare la femmina e impedirle di portare a termine le operazioni di nidificazione (in alcuni casi anche con la rinuncia alla deposizione).
Sia la deposizione che la schiusa avvengono prevalentemente in ore notturne. La schiusa notturna garantisce meno rischi di predazione. La nascita può avvenire per pochi esemplari alla volta oppure tutti insieme. Evitare un accesso non regolamentato nei siti sensibili nella fascia notturna fino alle ore 6,00 del mattino. Evitare l’apertura di vie di accesso carrabili e la circolazione di mezzi a motore. Sono invece auspicabili i percorsi pedonali su passarelle in legno.
UTILIZZO DELLE SPIAGGE:
La pendenza è un altro parametro che incide sulla scelta del sito di nidificazione, perché influenza il dispendio di energie dei piccoli per raggiungere il mare e li conduce nella direzione giusta al momento della schiusa.
Spesso le femmine scelgono siti lontani dalla copertura vegetale per evitare impedimenti causati dalle radici, ma ci possono essere eccezioni dettate invece dalla necessità di favorire una diminuzione della temperatura.
Durante la schiusa i piccoli raggiungono il mare seguendo le luci e aggirando gli eventuali ostacoli che incontrano nel loro percorso. Per questo è bene evitare luci intense o il posizionamento “a barriera” di lettini e ombrelloni che possono disorientare i piccoli e perfino danneggiare eventuali nidi non segnalati.
Evitare l’occupazione delle spiagge con strutture fisse.
Proibire l’accensione di fuochi, il campeggio e l’introduzione di animali domestici.
Di notte: Evitare le emissioni luminose di tipo tradizionale come lampade alogene o al tungsteno per evitare di disorientare i piccoli. Evitare alte emissioni sonore.