La Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, recepita a livello nazionale dal D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii. e dal D.Lgs. 30/2009, ha istituito un quadro di riferimento per l'azione comunitaria in materia di tutela quali-quantitativa delle acque al fine di realizzare una politica sostenibile a lungo termine per l'uso e la protezione di tutte le acque interne (superficiali e sotterranee), di transizione e marino costiere.
In sintesi la Direttiva si propone di:
- mantenere il buono stato delle acque
- prevenire il loro ulteriore deterioramento
- proteggere e migliorare le condizioni degli ecosistemi acquatici, delle zone umide che dipendono direttamente da questi e dagli ecosistemi terrestri, in considerazione della loro necessità di acqua
- mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici e sostenere la biodiversità delle comunità animali e vegetali
Dal 2016, primo anno del triennio 2016-2018, viene applicato ai fini della classificazione delle acque superficiali il D.Lgs. 172/2015, che prevede che il monitoraggio chimico venga eseguito nella colonna d'acqua e nel biota (la precedente normativa considerava quest’ultima matrice come opzionale e non obbligatoria).
Per questo anno di attività la classificazione si è basata quasi esclusivamente sugli esiti delle analisi condotte sulla colonna d'acqua poiché le linee guida per il monitoraggio del biota - Linee Guida per il monitoraggio delle sostanze prioritarie - secondo il D.Lgs. 172/2015- sono state pubblicate nell'ottobre del 2016.
Inoltre i dati ottenuti in questo anno di monitoraggio sono stati anche valutati sulla base dei valori di fondo (VFN) definiti a livello regionale (DGRT 1273/2016), come corretti nello Studio per la determinazione dei valori di fondo naturale nei sedimenti e nelle acque marine costiere.
La rete di monitoraggio delle acque marino costiere della Toscana è stata pianificata in accordo con la Regione Toscana; al momento comprende, per ciascun corpo idrico, uno o più siti di campionamento, per un totale di 19 stazioni di monitoraggio. In ciascuna stazione viene monitorato, secondo i parametri definiti dalla norma, lo stato di qualità ambientale annualmente riportato nel report sul Monitoraggio acque marino costiere della Toscana.
I campionamenti sono effettuati tramite il battello Poseidon, utilizzato per raccogliere campioni di acqua e sedimento per le successive analisi, oltre che come imbarcazione di appoggio per rilievi subacquei sui popolamenti a macroalghe e sulle praterie di Posidonia oceanica.
In ciascuna stazione viene monitorato, secondo i parametri definiti dalla norma, lo stato di qualità ambientale ecologico e chimico.
Risultati del monitoraggio 2016
Come previsto dal DM 260/2010 al punto A.2.6. si è provveduto alla definizione dello stato chimico di qualità ambientale dei corpi idrici in base alla matrice acquosa.
Stato ecologico
Descrive la qualità delle acque sulla base dello status di diversi elementi biologici (fitoplancton, macroalghe, Posidonia oceanica, macrozoobenthos), del livello trofico delle acque (indice TRIX) e della presenza di sostanze chimiche non prioritarie nelle acque.
I possibili livelli di classificazione sono 5, in ordine decrescente di qualità ambientale: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso, Cattivo.
Il giudizio sulla qualità ecologica risulta Buono per tutti i corpi idrici indagati nel 2016 fatta eccezione per Costa Pisana con un giudizio Sufficiente a causa di elevati valori di biomassa fitoplanctonica e dell'indice trofico TRIX (una combinazione di ossigeno in saturazione, clorofilla a e nutrienti).
Stato chimico
Descrive la qualità delle acque in base alla presenza di sostanze chimiche prioritarie nelle acque e nei sedimenti, oltre che negli organismi bioaccumulatori (mitili).
I possibili livelli di classificazione sono 2: Buono o Non Buono.
Nell’analisi della colonna d’acqua risulta il mancato conseguimento dello stato Buono per tutte le stazioni monitorate fatta eccezione per il corpo idrico Arcipelago Isole Minore.
Il basso livello di qualità ambientale è legato alle alte concentrazioni di Tributilstagno (TBT) e nel caso del corpo idrico Costa di Rosignano anche al mercurio. Inoltre, il biota presenta superamenti dello standard ambientale per il mercurio nelle stazioni di Cala di Forno e Porto Santo Stefano.
Nonostante la messa al bando del TBT come agente antivegetativo che veniva per lo più impiegato nelle vernici per le imbarcazioni, c'è ancora oggi l’esigenza di proseguire il monitoraggio dei livelli di questi composti negli ambienti acquatici; le concentrazioni attualmente rilevate nelle matrici marine costituiscono una minaccia per la salute degli ecosistemi acquatici, in quanto superiori alla concentrazione minima capace di indurre effetti tossici.
L’analisi dei sedimenti, pur non essendo stata considerata ai fini della classificazione dei corpi idrici, ha rivelato diverse anomalie nella concentrazione di mercurio e cadmio.
Con l'applicazione della Delibera Regionale, le concentrazioni di mercurio nei sedimenti risulta essere oltre lo standard ambientale nella zona di Antignano e Rosignano; inoltre Antignano e Porto Santo Stefano presentano concentrazioni superiori agli standard ambientali per quanto riguarda il cadmio.
In generale, è presumibile che una parte delle anomalie dovute alla concentrazione dei metalli presenti nei sedimenti sia riconducibile a inquinamento di tipo antropico, in particolare nelle aree di Rosignano e Antignano interessate, direttamente o indirettamente, da una contaminazione storica dovuta allo scarico dell'insediamento produttivo Solvay, a causa delle corrente prevalentemente verso nord.
Testo a cura di Daniela Verniani, Settore Mare