All'inizio dell' estate, Paolo Andreoli, segretario del PD di Portoferraio, aveva annunciato una serie di iniziative autonome di approfondimento del partito sui temi locali più importanti poiché – questa la critica all' Amministrazione Ferrari- non vi era modo di parlarne nella sede naturale, vale a dire il Consiglio Comunale.
Prima questione affrontata, il rischio di emergenza idrica sull' isola, invitando a Portoferraio il neo Presidente di ASA, il prof Andrea Guerrini (docente di economia aziendale all'Università di Verona), e il dirigente 'reti e impianti idrici' della Società, Mirco Brilli, nonché il rappresentante elbano nel Consiglio di sorveglianza, Giorgio Cuneo.
Al centro dell' attenzione ovviamente la crisi idrica e le misure per affrontarla. Molte le domande e i dubbi dei presenti, soprattutto sul dissalatore, previsto nel Piano d' Ambito della Società.
Il confronto ha consentito ai vertici di ASA di motivare le ragioni della scelta (per altro condivisa dai Sindaci elbani in conferenza dei servizi, almeno prima delle recenti amministrative) dell' impianto al momento individuato a Mola.
Il Presidente Guerrini ha sottolineato la scelta strategica dell' azienda di aver voluto incontrare tutti i 'portatori d' interesse', fino ad approvare formalmente, il 26 luglio, l' impegno di spesa di 14 milioni (in parte da trovare, es. da Governo e Regione "ma non con la tariffa").
Alla base della scelta – è stato ricordato da ASA- la consapevolezza che la vetusta tubazione sottomarina che porta l'acqua dalla Val di Cornia è da tempo a rischio rottura, che i costi per una nuova conduttura sarebbero almeno di 30-40 milioni e che quindi l'autonomia idrica dell'isola può essere garantita, oltre che da nuovi pozzi e invasi, da un impianto che può arrivare a produrre 80 mt cubi al secondo, "mettendo così in sicurezza la stessa economia turistica elbana."
Perchè Mola? La presenza in zona di alcuni pozzi funzionanti ma ricchi di solfati di ferro - ha spiegato il Dr Brilli - può consentire un'ottima sinergia con l' acqua demineralizzata (per legge non potabile) proveniente dalla dissalazione; mescolandole infatti si ottiene il doppio vantaggio di portare nella norma entrambe le acque con un forte risparmio.
Rassicurazioni sono giunte sulla rumorosità dell' impianto, una caratteristica intrinseca del progetto che - secondo ASA - verrà però annullata in fase di progettazione edilizia. Sotto il profilo ambientale è stato il dirigente Brilli a fornire cifre tendenti a dimostrare l'ininfluenza della maggiore salinità prodotta nel trattamento, portando a supporto della tesi le proporzioni: gli 80 m3/ al secondo di acqua prodotta avvengono in un contesto di evaporazione naturale di circa 2 mila m3/sec per km2.
Precisazioni sono giunte anche per il 'laghetto del Condotto', invaso predisposto da ASA nell'ex cava del Bucine ma - com'è noto- con problemi di tenuta (in corso indagini interne per appurare le responsabilità e correggere gli errori); pur con questi limiti, è stata la rassicurazione, l'invaso in questione potrà all'occorrenza garantire comunque 15 mila m3 di riserva idrica per Portoferraio (a fronte dei 45 mila previsti).
L'estate elbana quindi, nonostante la perdurante siccità, dovrebbe in futuro trascorrere senza eccessivi problemi sul versante della risorsa idrica, moderato ottimismo che non dovrebbe in ogni caso esimere ognuno da comportamenti attenti all'uso del prezioso bene.
cr