E’ il Comandante Alberto Berti il pilota che sopra i cieli dell’Arcipelago Toscano di questa bella e torrida estate manovra l’inconfondibile elicottero argentato con una sottile banda rossa sulla fusoliera, un uomo ed una macchina che quando sentiamo arrivare, preannunciati dalle pale dei potenti rotori, sull’istante ci procurano dei colpi sordi allo stomaco e una sorta di apprensione e subito dopo un senso di sicurezza e sollievo. Quell’uomo e quella macchina, due entità che ogni qual volta si incontrano per necessità o servizio si attraversano e si fondono armonicamente agendo all’unisono e dando vita ad una nuova unità operativa umana e tecnologica potente, adatta allo scopo, al servizio dell’intelligenza, per certi versi creativa ed unica come un’opera d’arte.
La professionalità, l’esperienza, la discrezionalità con cui il comandante Berti opera da due stagioni affiancato da una eccellente squadra di stanza all’aeroporto di La Pila all’Isola d’Elba hanno dimostrato più volte per gli efficaci e decisivi interventi portati a termine l’importanza di avere sul fronte degli incendi boschivi personale altamente qualificato e mezzi efficienti dalle alte prestazioni.
Gli ultimi interventi rilevanti sulla nostra isola quelli del mese di luglio sul Volterraio, sul Monte Capanne, a San Piero, a Porto Azzurro, operazioni dall’alto che hanno permesso alle Squadre e Volontari a terra di contenere la furia del fuoco e di avere una visione più complessiva limitando la devastazione di aree di alto pregio ambientale e patrimoniale oltre che perseguire il principale obbiettivo che rimane quello della incolumità e sicurezza pubblica.
Al momento grazie al Piano Anti Incendio Boschivo regionale cui fa riferimento tutto lo schieramento messo in atto in Toscana per l’estate 2017 possiamo dirci fortunati all’Elba vista l’impressionante cifra di circa 75.000 ettari andati in cenere in Italia dall’inizio dell’anno fino ad ora.
I circa dieci elicotteri attualmente dislocati dalla Regione Toscana in punti chiave del territorio vanno ad integrare il dispositivo nazionale della flotta aerea antincendio che copre l’intera penisola, composta da 16 Canadair CL415, 4 elicotteri Erikson S647, 8 elicotteri del Comparto Difesa del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di cui un AB412 nella vicina base di Cecina.
La casualità, la legge di risonanza, magari entrambe le cose hanno voluto che entrassi in contatto con il comandante Berti all’inizio del 2017, in comune la passione per le foto.
Quando il 15 luglio dello scorso anno ebbi modo di documentare con molti scatti fotografici il pericoloso incendio divampato nelle prime ore del pomeriggio sul tratto di costa capoliverese sopra le bellissime spiagge di Norsi e Acquarilli ebbi subito l’impressione di aver assistito ad una significativa opera d’arte della macchina antincendio. La situazione si presentava da subito molto grave per il forte e imprevedibile vento che alimentava fiamme fuori controllo che minacciavano bagnanti in fuga, case, strutture turistiche.
La presenza di molti autoveicoli di residenti e ospiti turisti parcheggiati lungo la carreggiata di quella importante e trafficata arteria della strada provinciale complicava e di molto la situazione.
In quelle circa due ore di operazioni frenetiche sono stato testimone con decine di altre persone di un piccolo capolavoro organizzativo e creativo, la professione che si trasforma in arte, in questo caso del salvataggio e della messa in sicurezza; Il concentramento massiccio di mezzi aerei di varia natura in quel fazzoletto di costa hanno permesso alle forze di terra di controllare e bonificare l’area nelle ore successive prevenendo un disastro certo.
Nella successione incalzante di manovre anche al limite dei quattro elicotteri e del Canadair impiegati nelle attività di spegnimento mi aveva colpito quell’AS350b3 Ecureuil dell’Airbus Helicopter in dotazione alla E+S Air srl , una libellula meccanica luccicante che abbagliava quando colpita dai cocenti raggi del sole, una macchina straordinaria per manovrabilità, potenza, affidabilità, tra le più usate con queste mansioni e con all’attivo diversi record di atterraggio-decollo sul Monte Everest tra il 2005 e il 2013: mi chiedevo come ci si sentisse in quelle “situazioni sospese”, in equilibrio su invisibili e turbolenti flussi aerodinamici, in quell’apparente caos dove l’imprevisto è comunque da calcolare e le frazioni di secondo diventano interminabili e decisive per la propria e altrui sicurezza.
Tempo fa ebbi modo di rivolgere direttamente la domanda a quel pilota e questa fu la sintetica e corposa risposta: “Quando siamo li sopra durante le operazioni c’è tanta tensione, soprattutto quando la situazione è critica o siamo in tanti ad operare… però: ci sentiamo felici e soddisfatti nel fare e bene questo lavoro!”.
Alcuni giorni fa decido di andare a trovare Alberto Berti sperando in una pausa nelle emergenze incendi anche se dalla Corsica le notizie continuano ad essere allarmanti per la devastazione delle ore precedenti.
Lo trovo seduto che guarda la pista dove sta rollando un aereo civile in transito, è un omone alto e robusto che mi appare come un atleta che sta aspettando di entrare in campo da un momento all’altro.
Con lui oggi c’è Palo Pennisi, alcuni volontari della Croce Rossa, uomini della sicurezza; La Pila continua ad essere un punto nevralgico come lo fu in maniera determinante nelle prime settimane dell’alluvione nel Comune di Campo.
Nelle circa due ore passate insieme molti sono i racconti, Alberto ha nel dna questa professione essendo figlio di un Comandante della Scuola Allievi Sottufficiali del Corpo Forestale della prestigiosa caserma di Cittaducale.
In gioventù si era appassionato alla fotografia e ciò lo aveva portato a collaborare occasionalmente tra il ’72 e il ’75 con Folco Quilici nella realizzazione dei pluripremiati cine documentari “L’Italia vista dall’alto” dove per la prima volta venne usato l’Helivision, un marchingegno sofisticato per l’epoca che montato su un elicottero riduceva sensibilmente le vibrazioni sui dispositivi cinematografici e fotografici
Una esperienza di cui Alberto farà tesoro una volta preso il brevetto da pilota di elicotteri e aver aperto una propria attività estendendo la propria capacità operativa in svariati settori delicati al servizio del Pubblico e del Privato.
Mentre una radio di servizio segnala che l’auto in fiamme a Rio Marina è stata spenta e che non c’è bisogno di un intervento con l’elicottero, sulla pista davanti a noi si abbassa e si rialza velocemente un ricognitore della Marina Militare forse in addestramento; certo che il livello di attenzione e l’adrenalina in contesti del genere è tanta.
Si tocca con mano l’importanza dell’Arcipelago Toscano e dell’Elba, piattaforme perfette nell’Alto Tirreno.
Chiedo ad Alberto se questo aumento esponenziale degli incendi in Italia ed in Europa possa avere una matrice criminale comune ma mi tranquillizza su questo fronte; concordiamo che sono molte le cause che possono determinare effetti così devastanti e tra le prime i cambiamenti climatici e una gestione insufficiente delle superfici boschive e agricole.
Mi racconta di un episodio successo anni fa quando era di servizio in Calabria sempre nelle operazioni antincendio.
Un giorno con un collega stavano facendo un intervento quando all’improvviso individuarono nell’atto del dolo alcuni piromani; partì un inseguimento mozzafiato con l’elicottero, era come una scena di guerra.
Grazie al supporto delle forze di terra attraverso i canali radio riuscirono a fermare ed arrestare i presunti criminali
Alcune sere dopo Alberto, fuori servizio e con la famiglia, era in giro per il paese dove vicino aveva la base operativa e si vide avvicinare da un ragazzino tutto educato che lo salutò e gli disse: “Signor Berti, lei è pagato per spengere gli incendi non perché questi non vengano accesi. Se lo ricordi se vuole vedere ancora la sua ombra”.
Certo che non è una vita facile; stress, forti sollecitazioni psicofisiche, situazioni operative ed ambientali estreme.
Eppure il Comandante Berti trova proprio nel suo lavoro il momento più alto di espressione, è lassù tra le mille variabili che crea trasformandosi nell’equilibrista artista delle ali rotanti.
Spero aver fatto cosa gradita nel presentare in questo modo alla comunità dell’Arcipelago uno dei tanti personaggi che ci aiutano a vivere il quotidiano più serenamente, con quel senso di sicurezza e di fiducia in più di cui tutti abbiamo bisogno: grazie al Comandante Alberto Berti e a tutti i piloti, equipaggi, tecnici della flotta aerea regionale e nazionale.
Foto e racconto di Gian Carlo Diversi