Dopo che il 12 agosto erano uscite dal nido scavato e ricoperto di sabbia dalla mamma “Federica” all’alba del il 20 giugno, a Marina di Campo si è ripetuto il miracolo della nscita delle tartarughine. Ma questa volta i piccoli e morbidi esserini che superando mille pericoli diventeranno rettili marini corrazzati, non si sono precipitati in mare tutti insieme.
Il primo ed isolato esemplare, una coraggiosa tartarughina “grossa” e determinata, è uscito dal nido intorno alle 21,30, allertando i volontari di Legambiente e Letizia Marsili, una notissima biologa dell’Università di Siena che presidiava il nido, ma anche frotte di curiosi, alcuni dei quali hanno mostrato pochissimo rispetto per le tartarughine e il lavoro di chi le protegge, utilizzando flash, telefonini accesi e tentando di invadere la corsia di ammaraggio preparata dal personale dei bagni da Sergio e dalle biologhe di Tartamare.
Come dice Giovanna Neri di Legambiente «La prima tartarughina ha fatto un passaggio da red carpet tra due ali di folla». Alle 22,23 ha fatto capolino dal buco creatosi il giorno prima nel nido un altro esemplare, ma questa volta non era solo e il mare è stato raggiunto da un’allegra flotta di 19 tartarughine, scatenando fotografi autorizzati e non e costringendo i volontari di Legambiente a redarguire pesantemente chi non rispettava le regole. E’ probabilmente questo secondo gruppo di piccoli rettili marini ad avere avuto più difficoltà: a causa della corrente, ma soprattutto perché attratte dalle luci del Paese, alcune tartarughine sono state spinte all’estremità occidentale della spiaggia di Marina di Campo, all’altezza del Club del Mare, a molte centinaia di metri da dove sono nate e quasi nell’area portuale, dove la notte precedente erano state avvistati diversi esemplari, probabilmente disorientati dalle luci del porto.
I carabinieri hanno avvertito i volontari di Legambiente della presenza delle tartarughine disorientate e che stavano tentando di risalire la spiaggia, pericolosamente vicine la strada in un luogo trafficatissimo, già circondate da curiosi e sorvolate da gabbiani nonostante fosse notte fonda.
Di fronte a una situazione anomala, che non aveva niente di naturale e determinata da un pesante disturbo antropico – l’inquinamento luminoso – la dottoressa Marsili ha deciso di salvare i piccoli disorientati che sono stati raccolti – rigorosamente con i guanti per evitare ogni possibile contaminazione – collocati in un contenitore adatto e trasportati dai bagnini del bar da Sergio fuori dalla diga del porto di Marina di Campo, nel mare buio che è la loro salvezza. Mentre erano in corso le concitate fasi del salvataggio, alle 24,24 al nido facevano la loro comparsa altre 13 tartarughine, seguite da altre 2 alle 24,41. Alla fine, nel secondo giorno di schiusa, hanno raggiunto il mare dell’Elba altre 35 tartarughine, 85 in tutto con le 50 del giorno prima.
Purtroppo, insieme alla maggioranza di curiosi rispettosi del lavoro degli esperti dell’Osservatorio della biodiversità dela Regione Toscana, degli scienziati e dei volontari, c’è anche una minoranza di curiosi invadenti il cui unico scopo sembra essere quello di scattare una foto da esibire al ritorno delle vacanze.
Come spiega una volontaria di Legambiente «A un certo punto, quando ne sono uscite 19 tutte insieme, sul lato destro della pista di ammaraggio c'è stato un tentativo di sfondamento con rottura delle strisce bianco/rosse. I più esagitati si sono calmati un po’ solo quando sono arrivati i carabinieri forestali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Invece la gente ci ha aiutato molto al Club del Mare, dove il recupero delle tartarughine disorientate e in pericolo è stato possibile grazie anche a turisti ma soprattutto al titolare e bagnino del bagno da Sergio, in maniera quasi rocambolesca e in contemporanea alla seconda uscita dal nido. Siamo sempre stati circondati da gente invadente, ma fortunatamente la maggioranza si è comportata con rispetto e civiltà e ci ha dato una mano a contenerli. Abbiamo finito alle 3 di mattina. Gli altri volontari sono rimasti fino a che non ha fatto giorno. E stanotte aspettiamo le ultime ritardatarie, sperando che ci siano meno comportamenti non corretti e che venga rispettata meglio l’ordinanza del Comune che prevedeva di mitigare l’illuminazione e l’inquinamento luminoso».
Isa Tonso, coordinatrice dei volontari Legambiente Toscana, sottolinea: «Mamma Federica ha fatto proprio un bel lavoro. 85 nati sono già una deposizione di grandissimo successo. Per Marina di Campo, l’Elba e l’intero Arcipelago Toscano è una cosa bellissima. Ci vorrebbe solo un po’ più di rispetto per chi ha lavorato gratuitamente – con cuore, passione e intelligenza - perché questo potesse avvenire nella massima tranquillità e per garantire l’unica cosa che dovrebbe interessare davvero: la salvaguardia e la sopravvivenza di questi bellissimi animaletti».
Legambiente invita tutti a partecipare a questo miracolo della natura tenendo prima di tutto in mente il benessere e la sopravvivenza delle tartarughine. Quindi non bisogna utilizzare flash o luci per fotografare; occorre rispettare il lavoro di esperti e volontari non introducendosi nel corridoio di salvaguardi delimitato dal nastro bianco-rosso; è bene segnalare eventuali tartarughine in difficoltà lontane dall’area del nido, ma senza assolutamente toccarle.