Come una congiunzione astrale, l'ultimo giorno di 'Vele Spiegate' ha coinciso con il compleanno di Antonio, abile timoniere - e non solo- delle barche che hanno veleggiato per nove settimane nell' Arcipelago Toscano.
E così, in attesa di una conferenza stampa ufficiale che vedrà coinvolti/e Associazioni ed Enti responsabili del progetto, da Legambiente e Diversamente Marinai a Parco Nazionale, Carabinieri Forestali e Capitaneria di Porto, la sera del saluto nel porto di Rio Marina è servita a fare il punto delle sensazioni e delle trasformazioni che hanno coinvolto volontari ed equipaggi.
Senza scivolare nella retorica, ognuno/a ha esternato il proprio stato d'animo sia rispetto alla grande quantità di rifiuti spiaggiati trovati (soprattutto plastica e polistirolo) che sulla convivenza nei ridotti spazi della barca.
Tenuto conto che i rifiuti che arrivano da terra in mare affondano per il 70% la certezza che la battaglia per salvaguardare il mare (e con esso il cibo che produce) sia difficile è stata unanime, come la voglia di trovare soluzioni: a tal proposito è stata evocata la necessità di accelerare su tutto il territorio nazionale / euromediterraneo la messa al bando del polistirolo utilizzato dai pescherecci per stoccare il pescato, tanto più che l' alternativa esiste: Legambiente ha infatti premiato nel 2016 il comune di San Benedetto del Tronto per un progetto sulle cassette per il pesce biodegradabili; la ricerca ha sperimentato l'uso di materiali bio-based, vale a dire realizzati con materie prime naturali e biodegradabili ed è stata finanziata dal Fondo Europeo per la Pesca e realizzata in collaborazione con la cooperativa Blu Marine Service e l'Università di Camerino. L' anello che manca sembra essere ora quello della decisione politica, come si fece già, anni fa, per le buste di plastica sostituite com'è noto, in forza di legge e su tutto il territorio nazionale, da contenitori biodegradabili.
Interessante anche la riflessione stimolata da Marco Marmeggi (Presidente di 'Diversamente Marinai') sul diverso modo di vivere che si realizza nel limitato spazio della barca a vela, metafora di una possibile (e necessaria) modalità di vita più frugale e sociale anche a terra: minori consumi, ad esempio di acqua, utilizzo di energie rinnovabili - sole per i pannelli e vento per muoversi- sinergie di conoscenza e scambio innescate da un periodo di vita comunitaria davvero 'social'. Per tutti, appuntamento da ripetere la prossima estate per coinvolgere altri giovanissimi, che sono stati la maggioranza dei partecipanti ai campi.
CR