Il dissalatore all’Elba sarà fatto. Infatti l’iter per acquisire tutti i pareri e le autorizzazione si è concluso a giugno scorso, manca solo la formale presentazione del progetto esecutivo. L’inizio dei lavori è previsto nel 2018.
Tutto il percorso è stato fatto senza il ben che minimo confronto politico con il territorio, senza che si potesse riflettere sulla necessità o meno di un impianto industriale di simile portata, senza valutare le possibili alternative e/o la migliore localizzazione.
Ancora una volta la politica, intesa come visione comprensoriale del sistema Elba, ha clamorosamente fallito, lasciando ampio spazio alla frammentazione istituzionale così da consentire di decidere ad un singolo Sindaco.
Ciò detto e preso atto che il dissalatore è una realtà vediamo almeno di poter dire qualcosa sul dove e come si realizzerà tale impianto.
Per chi ancora non lo sapesse, e sono i più, l’impianto sorgerà su due aree; la prima nella piana di Mola nel Comune di Capoliveri, a fianco della strada provinciale e sarà un cubo alto 9 metri per una superficie complessiva di 1600 mq.
A regime dovrebbe produrre 80 litri al secondo di acqua demineralizzata e costituirà il primo step per il raggiungimento della autonomia idrica dell’Elba e per scongiurare il disastro che si creerebbe in caso di rottura improvvisa della condotta sottomarina che fornisce l’Elba di acqua proveniente dalla Val di Cornia.
La zona è stata considerata di scarso valore ambientale, non soggetta al rischio idrogeologico e lontana dai centri abitati cosicchè ”non si pone il problema delle emissioni acustiche”.
Sarà ma la realtà ci sembra essere assai diversa.
La zona è da sempre interessata da continui allagamenti; i più devastanti si sono verificati nel 1973 e nel 1977, oltre che nel 1983 e comunque durante gli inverni normalmente piovosi, la zona si riempie di acqua.
Non si riesce a capire perché è considerata di scarso valore ambientale visto che confina con il PNAT e da sempre è stata zona destinata ad attività agricola, fin quando, proprio quelle particelle sono state vendute alla Sales, con l’obbiettivo di realizzare un area di supporto al canterino del Golfo di Mola, cosa che però non è stata consentita dalla Provincia in quanto in contrasto con le previsioni del Piano territoriale di Coordinamernto. Infine non è vero che la zona risulti isolata. Nelle immediate vicinanze sorgono da decenni case di civile abitazione, attività ricettive, ristoranti, agriturismi che verranno investiti direttamente dal serio problema delle emissioni acustiche. Si perché un impianto industriale come questo fa rumore e lo fa in continuo, cioè 24 ore su 24. Anche se le prescrizioni date obbligano a coibentare l’impianto, comunque sia le emissioni sonore previste non sono a norma in quanto in contrasto con la normativa nazionale e con il regolamento dei Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro.
L’altra area interessata sarà la spiaggia del Lido di Capoliveri e il Golfo Stella in quanto luogo dove verrà pompata l’acqua di mare e dove sarà smaltita la concentrazione di salamoia che rimarrrà dopo il trattamento.
Sulla spiaggia verrà realizzata una camera intake larga 10 metri e profonda 8 dove verranno collocate le pompe. Nelle immediate vicinanze verrà collocato un contenitore per l’ipoclorito di sodio e una stazione di manovra.
Verranno eseguiti dei lavori di escavazione a mare per il collocamento delle tubazioni.
Tutto questo viene realizzato in una spiaggia ad alta presenza antropica, a pochi passi da un campeggio e da un ristorante e soprattutto in un golfo chiuso. La tipologia dei lavori sarà molto invasiva a tal punto che, laddove non si riuscisse ad eseguirli nel periodo invernale, dovranno essere emesse ordinanze per interdire la balneazione!!! La circolazione sulla provinciale, per il tratto interessato, sarà a senso unico alternato per tutto il periodo dell’esecuzione dei lavori, immaginate nel periodo primavera/estate cosa comporta.
Senza voler entrare ancora nei dettagli del progetto, la considerazione che viene da fare è: ma come è stato possibile autorizzare un impianto industriale di simile portata in zone come queste? Come ha fatto la Sovrintendenza a rilasciare parere positivo alla realizzazione di un capannone che avrà un impatto forte dal punto di vista paesaggistico e sarà visibile da tutti coloro che transiteranno sulla provinciale ogni giorno, quando un semplice cittadino ha problemi per ottenere il permesso per aprire una finestra o installare un pannello solare?
Come è potuto succedere che nella fase istruttoria si è ritenuto non necessario effettuare la Valutazione di Impatto Ambientale, vista la portata dell’opera e i rischi che si corrono a terra e a mare?
Come è possibile quindi realizzare un’opera senza prevedere a monte quanto sia compatibile con la flora e la fauna di terra e di mare e soprattutto con la presenza antropica sia stanziale che turistica?
E soprattutto perché il Sindaco di Capoliveri, che ha autorizzato la realizzazione dell’impianto nel proprio territorio, non ha valutato attentamente tutte le possibili conseguenze che potrebbero sorgere ponendo, semmai, delle precondizioni a tutela della cittadinanza e dell’ambiente?
Come sempre succede quando la politica viene meno tocca ai cittadini organizzarsi. Così ecco che nascerà un comitato che tenterà di difendere le proprie posizioni.
Da segnalare che nei giorni scorsi alcuni rappresentanti del comitato hanno partecipato ad un incontro in Regione Toscana, promosso dalla nostra consigliera regionale Serena Spinelli sollecitata da esponenti locali di Art.1 MDP alla quale va il nostro ringraziamento per la sensibilità democratica, dove sono stati affrontati i principali nodi del progetto. Dovrebbe seguire un incontro con i progettisti dell’opera, promosso dal Presidente dell’Autorità di Ambito, per valutare eventuali possibili margini di miglioramento al progetto.
Art.1 MDP
Isola d’Elba