Tutti ricordiamo il caso delle false teste di Modì e del fatto che la signora Vera Durbè, al tempo direttrice del Museo Progressivo di Arte Contemporanea di Livorno, vide, o meglio volle vedere, in quei paracarri incisi col martellino pneumatico da tre ragazzi livornesi, dei capolavori di Amedeo Modigliani, e del fatto che, qualche giorno dopo, con tipico spirito labronico, su un muro, qualcuno rappresentò un membro virile con un enorme glande, sotto cui appose la scritta: "Vera Durbè, questa, che testa è?" Orbene e con le dovute proporzioni, oggi qualcuno ha visto, o voluto vedere, in una sfocata foto, lo spettacolare salto di un'orca al largo dell'isola di Capraia.
Prima osservazione: l'oggetto non ben identificato appare troppo piccolo in proporzione alle onde del mare e alla lontana imbarcazione che si staglia sullo sfondo.
Seconda osservazione: la macchia bianca retrooculare appare in una posizione anomala, la pinna dorsale è troppo corta e stranamente arcuata e nella sagoma è presente un'angolatura dorsale che non sembra essere naturale.
Terza e ultima osservazione: io non sono un biologo marino, ma come si fa a non vedere, o meglio, a non voler vedere, a fianco della sagoma bianconera, presumibilmente di plastica, la presenza di sei o sette teste di burloni che agitano l'acqua, il braccio di uno dei quali è perfino sul muso dell'"orca" nel tentativo di piegarlo verso il basso!!! Trattasi di un fatto senza dubbio epocale, sì, ma per la presa di culo.
Complimenti comunque al sig. Wolf-Dieter Stucken per essere riuscito a cogliere l'istante "topico" del salto e per la riuscita coreografia.
Giacinto Mosso