Anche questo fine estate l'Elba l'ha fatta franca. I grandi temporali, i diluvi, le alluvioni, le bombe d'acqua sono passate al largo. Altrove, purtroppo, hanno provocato lutti e spazzato via case, campi e auto. Qui, invece, tuoni e fulmini sono stati soltanto uno spettacolo notturno in visione panoramica all'orizzonte.
Eppure sono sempre vivi nella memoria i fiumi e i torrenti che hanno semidistrutto Marina di Campo il 7 novembre 2011 e disastrato buona parte dell'isola il 4 settembre 2002.
Campo, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Portoferraio e Rio Marina figurano dal 2000 nella lista nera del ministero dell'ambiente riguardo ai Comuni ad alto sfascio idrogeologico. Quasi tutto il territorio elbano rimane alla mercé di uno stato meteorologico cambiato in peggio. Come in altre regioni, si è responsabili della speculazione a macchia d'olio di mattone e cemento e di abbandono e di incuria dei fossi e dei letti dei torrenti. Invece di programmare radicali risanamenti del territorio, si continua a vivere alla giornata con qualche timido intervento del Consorzio di bonifica, peraltro sempre a corto di quattrini e oberato da debiti progressi.
Da oltre 100 anni, non si fa nulla di serio per salvare l'isola verde dalle alluvioni. Dopo quella tragica del 1908 che quasi cancellò Marciana Marina, il mondo contadino di allora reagi' alla grande pulendo i boschi, proteggendo campi e vigneti, irreggimentando le acque e costruendo monumentali briglie di granito, oggi o fatte a pezzi per far posto a campi sportivi e ad altri abusi, o stracolmi delle intricate e soffocanti vegetazioni dei boschi.
Romano Bartoloni